martedì 13 giugno 2017

0163 - ultimo giro di giostra

Il pianista allontana la confezione di cartone e sbuffa. "Qualcuno ha altre idee per piano?"
Margarita e Anatoli si guardano poi abbassano lo sguardo e scuotono la testa.
"Io allora propone altro giro attorno villa" sbotta Sergej, alzandosi in piedi ed indossando la giacca. "Noi ha bisogno di altri dettagli".
"Io rimane qui" ribatte Pavlov. "Io deve fare telefonata. Affari" aggiunge sorridendo, in risposta allo sguardo gelido di Anatoli.

Sergej percorre lentamente la strada che passa di fronte alla villa dei Petrov, costeggiando l'alto muro di mattoni che protegge il giardino. Come aveva già notato Margarita, sui pilastri perimetrali ed accanto al cancello ci sono alcune telecamere, posizionate ad un angolo molto stretto: l'inquadratura si concentra sul perimetro e sull'ingresso, lasciando scoperta la strada principale e la traversa che si immette poco più avanti.
"Io non riesce a vedere nulla più di quanto io ha già visto" borbotta Margarita, lottando con l'istinto di accendersi un'altra sigaretta.
"Tu guarda meglio" sibila Sergej, cercando di osservare altri dettagli senza far sbandare la macchina
Poi un movimento attira la sua attenzione.
"Voi fa finta di cercare indirizzo" sibila il pianista, allungando il collo e fingendo di osservare i vari numeri civici. "Qualcuno sta aprendo cancello".
Un SUV grigio, dai vetri oscurati, si affaccia sulla strada e si immette davanti alla berlina guidata da Sergej. Due uomini si affrettano a chiudere il cancello mentre la macchina si accoda e prosegue, non prima però che Margarita e Anatoli riescano a dare un'occhiata all'interno.
"Spiazzo è ampio, noi ha possibilità di fare manovra" esclama Anatoli. "E cancello ha cardini semplici, basta furgone con barra davanti per sfondare".
"Tu ha notato finestre? Primo piano ha scuri chiusi, piano terra è tutto aperto. E io non pensa che loro ha finestre antiproiettile".
"Questa è stata botta di culo" mormora Sergej, "però noi ora è meglio che va".
"Da" annuisce Margarita. "Io spera che loro non ha visto e riconosciuto noi".
Sergej sbuffa, cercando di non pensare alle implicazioni delle parole della spacciatrice; svolta nella traversa e si allontana evitando due ragazzi sorridenti, dall'aria di chi ha già fumato a sufficienza, che stanno scaricando delle casse da una utilitaria. Gli occhi del pianista si soffermano sul tavolino piazzato all'esterno, su cui giacciono già alcune bottiglie di birra vuote, alcuni accendini e quelli che sembrano dei mortaretti, poi ritornano sulla strada. Anch'io vorrei organizzare una festa, altro che stare in questa macchina con questi avanzi di galera pensa mestamente, curvando le spalle.

"Voi è tornati!" esclama Pavlov, seduto al tavolo insieme a Viktor. Un paio di bicchieri bagnati tengono compagnia ad una bottiglia ormai mezza vuota. "Voi ha scoperto altri dettagli?"
"Noi può utilizzare furgone corazzato per sfondare cancello" esclama Anatoli. "Dentro noi ha spazio per manovra. E finestre di piano terra è aperte, noi può vedere e sparare dentro casa".
Margarita estrae una sigaretta dal pacchetto, la avvicina alle labbra poi, appena prima di accenderla, alza gli occhi e mormora: "Io pensa ancora che soluzione migliore è drogare loro cibo cinese. Così noi evita sparatoria".
"Tu può tentare di rincoglionire loro con tue parole" ribatte l'atleta, sghignazzando. "Loro cade tutti a terra addormentati, io garantisce".
"Noi ha anche visto macchina che usciva e uomini dentro, loro controlla cancello" aggiunge Sergej, ignorando deliberatamente il commento della spacciatrice. "Ultima cosa, noi deve fare azione mirata se noi non vuole vittime tra civili. Io ha visto ragazzi di vicinato che organizza festa".
"Io sbatte di vittime americane" sbotta Pavlov, dandosi un colpo sulla gamba malandata. "Se deve scegliere tra morto americano e proiettile in mia testa, io no ha dubbi. Tu è di altra idea?"
"Niet" si affretta a dire Sergej, abbassando la testa.
"Tu ha visto ragazzi che organizza festa?" chiede Viktor, fissando il pianista. Questo è molto interessante... pensa, afferrandosi il mento e facendo mente locale sulle dotazioni del suo magazzino personale.
I suoi pensieri vengono disturbati dall'avvicinarsi di Vladimir; il barista raccoglie i bicchieri, afferra il collo della bottiglia e, impassibile come sempre, esclama: "Alexei vuole vedere voi. Nemedlenno". Subito.
I russi si lanciano uno sguardo preoccupato. Nonostante le nuove informazioni, il piano non è ancora stato approntato. O, meglio, non esiste ancora.

8 commenti:

margarita ha detto...

L'ANSIA...

andrea ha detto...

E aspetta il prossimo post! =D

Mr. Mist ha detto...

Alla fine credo che entrare sparando all'impazzata facendo un macello spaventoso sarà liberatorio quasi terapeutico!

andrea ha detto...

Liberatorio lo sarà di sicuro. Ma non sarà mica cosi facile... e non tanto per la sparatoria.

Unknown ha detto...

Grazie per la traduzione dal russo all'italiano

andrea ha detto...

pashàlsta =P

Unknown ha detto...

Ti farò prescrivere dal dottore un vaccino contro la Mortite Canina XD

Nicholas ha detto...

Tutto il mondo è paese, anche i miei giocatori a un certo punto se non cavano il ragno dal buco decidono che l'entrata in scena violenta è la cosa migliore.
E poi conti 16 morti a campagna :D