mercoledì 30 marzo 2016

0096 - reazione d'istinto

Pavlov spalanca la portiera, permettendo a Margarita di fiondarsi in macchina e cominciare ad allacciarsi uno dei giubbotti antiproiettile nascosti sotto ai sedili, poi si porta sul retro per recuperare il suo borsone. La berlina comincia ad ondeggiare quando Anatoli e Pavlov si mettono a frugare nel bagagliaio. Il corriere osserva l'atleta sollevare la pesante sacca e mettersela in spalla, quindi recupera il vecchio kalashnikov preso ai terroristi ed un paio di caricatori. Le sospensioni emettono uno stridulo lamento quando i due russi montano e cominciano a trafficare con le armi.
"Sergej, parti!" esclama il corriere, innestando il caricatore ed impostando il selettore dell'arma su fuoco automatico.
"Cosa tu ha intenzione di fare?" chiede il pianista, girando la chiave ed avviando il motore.
"Tu preme acceleratore a tavoletta, così noi prende fiancata di SUV! Noi deve fermare stronzi prima che loro scappa!" ribatte Anatoli.
"Io deve fare cosa?" esclama Sergej strabuzzando gli occhi. "Io non voglio morire in incidente di auto!" aggiunge, afferrando d'istinto la maniglia ed aprendo la portiera.
Il silenzio cala nell'abitacolo. Tutti fissano il pianista ad occhi sgranati, poi il loro sguardo si indurisce. Le mani di Pavlov, di Martarita e di Anatoli si muovono all'unisono sui carrelli, posizionando il colpo in canna. I tre colpi secchi rispondono eloquentemente ai dubbi di Sergej.
"Tu è solo vigliacco cagasotto" sibila il corriere, spingendo fuori dal veicolo il compagno e trasferendosi al posto di guida.
I due russi sul sedile posteriore osservano Sergej ruzzolare sull'asfalto, poi si scambiano uno sguardo perplesso.
"Tu sa che questa è pessima idea?" azzarda Pavlov. "Polizia è in arrivo. Se trova noi che spariamo a mercenari tedeschi, noi finisce in galera. O, peggio, noi finisce morti".
"Voi allaccia cinture!" esclama Anatoli ignorando le parole dell'atleta; ingrana la prima e con una folle luce negli occhi preme a fondo il pedale del gas.
Sergej osserva sgomento l'auto balzare in avanti e prendere velocità, poi nota il muso del primo SUV che spunta da dietro la staccionata della villetta.
"Io non è cagasotto" sussurra il pianista, alzandosi e cominciando ad inseguire la macchina lungo la via. "Ma io non ha neanche istinti suicidi".

venerdì 25 marzo 2016

0095 - qui nove-uno-uno, mi dica

Margarita rimane nascosta fra i cespugli finché il muso della berlina non spunta da una stradina alla sua destra, svolta a destra e si ferma sopra al marciapiede a pochi passi da lei. Dopo aver lanciato un'occhiata alle finestre delle case vicine, esce dal suo nascondiglio e si avvicina lentamente.
Anatoli apre la portiera e scende, subito imitato dai due compagni. "Ora noi fa sorpresa a Bennet!" esclama, prendendo il telefono e componendo il 911.
"Nove-uno-uno buonasera, qual è la natura dell'emergenza?" risponde con tono annoiato una voce femminile dall'altra parte della linea.
"Salve, io volevo segnalare comportamenti sospetti vicino a casa mia" scandisce in un perfetto inglese britannico Anatoli. "Ho visto alcuni sconosciuti con grossi SUV fermi all'incrocio tra Waban Avenue e Crofton Road, davanti alla villa all'imbocco della strada, poi ho notato altri uomini che arrivavano a piedi. Hanno parlato qualche minuto, poi si sono scambiati qualcosa. Ho visto molte banconote passare di mano".
"Grazie della segnalazione, provvederemo a mandare una volante quanto prima" ribatte l'operatrice.
Il corriere chiude la telefonata prima che la donna possa aggiungere altro, poi si infila il cellulare in tasca. "Spassiba, stronza" mormora sottovoce, poi alza lo sguardo verso i compagni.
"Cosa ha detto?" chiede Sergej.
"Centralino ha detto che manderà pattuglia" ribatte Anatoli sorridendo.
Dopo una decina di minuti l'incrocio viene rischiarato dalle luci azzurre e rosse di una macchina della polizia. I russi, distanti una cinquantina di metri, osservano la vettura proseguire oltre e sparire oltre l'alta staccionata. I riflessi smettono di danzare sulle foglie, segno che la macchina si è fermata davanti alla villa. Nel silenzio della notte risuonano due colpi sordi, seguiti da alcuni passi.
"Strano che polizia ha mandato solo una pattuglia per fermare spaccio di droga" mormora Margarita.
"Anatoli non ha detto nulla riguardo a droga" ribatte Pavlov, scuotendo la testa. "Newton è piccola città, con pochi poliziotti. Distretto ha mandato minimo sindacale".
"Tu parla come sporco capitalista" commenta Anatoli. "Io non è preoccupato. Quando loro vede uomini armati, loro chiama rinforzi".
D'un tratto Sergej si volta verso la casa, cercando di scorgere qualcosa tra gli alberi. "Anche voi ha sentito?"
Margarita scuote la testa. "Io non ha sentito nulla".
"Io sono sicuro che rumore proveniva da villa" esclama il pianista. "Io ho sentito tonfo sordo, come di corpo che cade".
I russi si guardano l'un l'altro.
"Voi pensa che tedeschi ha fatto fuori poliziotti?" chiede d'un tratto la spacciatrice.
"Agenti è dentro da parecchio tempo" commenta Anatoli. "Brutto segno. Meglio risolvere problema con altra telefonata".
Il corriere si allontana di qualche passo mentre compone di nuovo il numero della polizia, poi inspira profondamente e, prima che il centralinista abbia il tempo di iniziare con la solita litania, esclama in tono concitato: "Ho visto uomini sparare a due poliziotti davanti a casa mia! Mandate qualcuno, presto!"
"Si calmi e mi dica dove si trova" ribatte una voce maschile dall'altra parte della linea.
"Abito in Waban Avenue! Fate presto, ho molta paura!" strilla Anatoli, poi chiude la conversazione.
"Meglio nasconderci" commenta Pavlov. "Tra qualche minuto arriverà tutta polizia di Newton!"
"Torneremo quando sarà tutto finito" aggiunge subito Sergej, prendendo le chiavi dalle mani di Anatoli ed aprendo lo sportello del conducente per sedersi alla guida.
Il rumore di alcuni veicoli che si mettono in moto fa voltare tutte e quattro le teste.

mercoledì 23 marzo 2016

0094 - corsetta serale

Anatoli ferma la berlina nel solito parcheggio e fa scendere Margarita, che si avvia a passo svelto verso la casa in cui si è rintanato Bennet.
La spacciatrice si lascia i compagni alle spalle ed imbocca la via parallela a Waban Avenue, costeggiando l'area verde in cui alberi ed arbusti crescono incontrollati. Dopo aver passato una decina di villette, la donna si ferma per riprendere fiato e si guarda attorno in cerca di potenziali occhi puntati su di lei. Sembra che l'intero quartiere stia già dormendo, l'unico segno di vita è la luce di una televisione che filtra da una finestra, pochi metri più in giù lungo la via.
Margarita si infila tra gli arbusti e raggiunge la stretta via percorsa in macchina poche ore prima. La villetta abbandonata si staglia tra le chiome degli alberi, parzialmente illuminata dai lampioni che rischiarano l'incrocio. Nessuna luce filtra dall'interno, come se il posto fosse abbandonato.
Dopo essersi allentata i lacci di una scarpa, la spacciatrice ricomincia a correre lungo la via, osservando le poche auto parcheggiate nei vialetti e le finestre con gli scuri chiusi. Avvicinandosi, nota che i SUV sono ancora parcheggiati negli stessi punti di prima. Da lontano non sembrano esserci persone all'esterno dell'edificio, ma i grossi veicoli bloccano gran parte della visuale e le impediscono di avere il quadro completo della situazione.
Quando raggiunge la casa dentro cui si nasconde Bennet, la donna finge di inciampare e si ferma.
"Merda!" esclama tra sé e sé, poi si inginocchia e lentamente si riallaccia le spighette. Con la coda dell'occhio nota che ci sono due uomini, uno sotto la veranda ed uno vicino al garage. Entrambi si sono voltati a guardarla, ma nessuno dei due ha accennato ad avvicinarsi.
Stronzi è addestrati bene pensa tra sé e sé la donna, rialzandosi e riprendendo la corsa. Dopo aver svoltato a destra all'incrocio ed aver oltrepassato l'alta recinzione della villetta, la donna rallenta ed osserva la lussureggiante vegetazione che infesta il terreno dietro alla casa. Dopo un'ultima occhiata alla strada, si infila tra gli arbusti e si avvicina all'alto muro coperto di edera che delimita la proprietà.
La spacciatrice si ferma a mezzo metro dalla parete di foglie e tende l'orecchio. Due voci maschili stanno parlando a bassa voce, ma non riesce a capire cosa stiano dicendo.
Perchè io caccia sempre in questi casini di merda? pensa la donna, afferrando alcuni rami ed iniziando ad arrampicarsi. Servendosi di alcuni mattoni sporgenti, sale agilmente fino al bordo, quindi si issa sulla copertura di lamiera, acquattandosi velocemente e fissando le grosse finestre che danno sul vialetto davanti a lei. La debole luce della luna si riflette sulle pesanti tende tirate, impedendole di vedere all'interno della casa.
Dopo aver sfilato il panetto di cocaina dallo zainetto, lo posiziona davanti a sé, coprendone un lato con del fogliame e spostando un po' di muschio, in modo da ricreare gli effetti di un lancio dalla finestra.
Il rumore improvviso di una porta che si apre la coglie di sorpresa. Margarita s appiattisce sul tetto di lamiera e prega che nessuno l'abbia vista.
Un paio di voci si scambiano alcune frasi in una lingua straniera, poi dei passi rientrano in casa e la spacciatrice si rilassa. Fottuti stronzi. Era solo cambio di guardia.
La donna scivola all'indietro, quindi allunga le gambe oltre il muro e si lascia cadere di sotto. Dopo aver atteso qualche istante, lentamente si fa strada tra la vegetazione e riemerge sulla strada.
"Io ha piazzato droga" sussurra Margarita al cellulare. "Tu ora muove tuo culo e viene a recuperare me, poi tu fa cazzo di telefona a polizia".
"Bene" ribatte Anatoli. "Io fa giro largo, così evita di passare per incrocio. Noi arriva tra cinque minuti".

lunedì 21 marzo 2016

0093 - cambio d'abito

Anatoli si sporge sul tavolo e guarda i compagni. "Io dice di attendere buio, poi Margarita piazza panetto di droga su tetto di garage".
"Poi noi fa soffiata a polizia" conclude per lui Sergej.
"Tu vuole chiamare con tuo accento russo?" chiede il corriere, accennando un sorriso. "Loro sì che abbocca, così".
"Niet, tu chiama! Così tu usa tuo accento di ambasciata" ribatte il pianista.
"Bene, io va a recuperare droga" esclama Margarita, alzandosi ed uscendo dalla stanza.

La spacciatrice torna in camera con una busta di carta rigonfia, saluta i compagni con un cenno poi si chiude in bagno.
"Tu ha trovato cocaina?" chiede Anatoli attraverso la porta.
"Da" risponde la donna, poi dopo un paio di minuti esce vestita con un top, un paio di leggings attillati e delle scarpe da corsa nuove. La punta del naso è leggermente sporca di bianco.
"Perché tu è vestita così?" chiede Sergej.
"Io fa jogging, così non desta sospetti quando io controlla casa" ribatte Margarita.
"Tu ha... naso sporco..." balbetta Anatoli, cercando di distogliere lo sguardo dal corpo sinuoso della ragazza.
"Tu ha abbastanza fiato per fare corsa?" chiede Pavlov, sogghignando.
"Io spesso scappa da polizia" risponde la spacciatrice, pulendosi la punta del naso e chinandosi poi per infilare un mattoncino informe avvolto nel cellophane dentro un piccolo zainetto. "Noi va?"
"Prima signore" esclama Anatoli, aprendo la porta e facendo cenno alla donna di precederlo.
"Tu è gentile solo perché tu vuole ammirare mio culo" ridacchia Margarita, mettendosi lo zaino sulle spalle. Dopo essersi assicurata che le cinghie siano ben tese, la spacciatrice esce sculettando dalla camera.

venerdì 18 marzo 2016

0092 - come piazzare la roba?

"Unico problema è dove nascondere droga" mormora Pavlov, distribuendo le carte.
"Noi può piazzare su macchina di complici" propone Sergej, osservando la mano e appoggiandola di nuovo sul tavolo.
L'atleta scuote il capo, per nulla convinto. "E se auto va via prima di arrivo di polizia?"
"Garage?"
"Chi cazzo tiene droga in garage?" esclama Margarita, prendendo un paio di banconote e piazzandole sul piatto.
"Forse è meglio scantinato" propone Pavlov, ordinando le carte e coprendo la puntata.
"Sarà chiuso, bisogna scassinare" commenta Sergej. "Troppe guardie che può vedere noi".
"Cagasotto ha ragione" esclama Anatoli gettando la sua mano vicino ai soldi. "Accesso sembrava bloccato".
"Prossima volta tu cerca da solo bomba sotto cofano" mormora Sergej, fissando per un momento il corriere negli occhi.
"Io rimpiange tempi di lavori in ambasciata" borbotta Anatoli. "Qui tu non può entrare sparando per risolvere questione".
"Tu può, se loro spara per primi" ribatte Pavlov, sorridendo. "Però magari tu ha buco in fronte e tu non riesce a premere grilletto".
"Oppure c'è ultima opzione. Noi può calare te giù per camino" conclude il pianista, suscitando l'ilarità dei compagni.
"Io ha domanda" interviene Margarita, guardando tutti con occhi socchiusi. "Chi paga per droga? Mia roba costa cara, io non ha intenzione di perdere miei soldi".
"Tu ha abbastanza droga per arresto?" commenta Pavlov, alzando gli occhi dalle carte. "Io pensa di no".
"Costa cara..." borbotta Sergej, poi alza il tono. "Noi sa che tua droga costa cara!"
"Cosa tu crede, che droga cresce su alberi?" ribatte Margarita, fissando il giovane russo.
"Da, è pianta!" esclama sghignazzando l'atleta.
"Io parlava di cocaina raffinata, non marijuana" sibila la donna, appoggiandosi allo schienale ed incrociando le braccia.
"Io pensa che se spacciatore vede arrivare polizia, lui tenta di liberarsi di droga" esclama Pavlov. "Noi può gettare in bidone di immondizia o in altro posto dove tipi che sta per essere beccati getterebbe roba".
"Tipo tetto di garage, facile da centrare da finestra di primo piano" mormora sovrappensiero Margarita.
"Da, quello è buon posto!" esclama Anatoli sorridendo.

giovedì 17 marzo 2016

0091 - proposte al tavolo da gioco

Il gruppo ritorna in albergo e si chiude in camera. Pavlov tira fuori un mazzo di carte ed inizia a mescolare. "Poker?"
"Da" esclama Margarita, prendendo posto attorno al tavolo. Anche gli altri due si accomodano ed estraggono una mazzetta di banconote dal portafoglio.
"Voi ha qualche idea su come entrare?" chiede l'atleta distribuendo le carte.
"Noi può provocare blackout" propone Sergej, osservando la mano ed aprendo con un paio di dollari. "Così noi approfitta di buio".
"Chi ha insegnato te questo?" chiede Anatoli, coprendo il piatto.
"Io ha visto in telefilm" ribatte il pianista. "Americani va matti per telefilm".
"Ora io capisce dove tu trova tue idee di merda" ridacchia il corriere. "Tu sa come fare per blackout?"
"Noi usa cesoie o esplosivo. Oppure noi chiama Jack" risponde piccato Sergej.
"Tu ha mille dollari per pagare lui?"
"Niet, io ha solo questi" risponde il pianista, indicando le poche banconote sul tavolo, poi rilancia.
"Allora io boccia tua idea" mormora Anatoli, lasciando la partita.
"Perché noi non chiede soldi a capo?"
"Perché Alexei poi paga noi meno" commenta Pavlov, coprendo la puntata del corriere.
Sergej ci pensa un po', poi si volta verso Anatoli. "E se noi addormenta loro?"
"Io conosce modo per far addormentare uomini" ridacchia Anatoli.
"Io è stufo di tue battute, Anatoli. Io parlava di sistema meno letale".
"Polonio?"
"Tu sa che tu è coglione, da?" sbotta Sergej, fissando trucemente il compagno. "Io è pianista, non è abituato a vita di Famiglia! Tutto per colpa di zio Vania che ha chiesto me favore!"
"Tu non è abituato neanche a poker" esclama Pavlov, appoggiando un full sul tavolo e raccogliendo i soldi del piatto.
"Tuo culo è aperto come tetto di palazzo che lui ha fatto esplodere" mormora il pianista, appoggiandosi allo schienale.
"Noi può servirci di altro sistema" esclama Anatoli sorridendo. "Margarita, tu può usare tue grazie per sedurre uomini di guardia!"
"Io non è Zoya, stronzo" ribatte acida la donna.
"Cosa noi può fare, allora?" borbotta il corriere, allargando le braccia.
"Noi può nascondere droga in casa, poi noi chiama polizia" propone Pavlov, rimescolando il mazzo. "Poi dopo che polizia arresta tutti, noi entra e prende chip".
Margarita e Anatoli si guardano, poi fissano l'atleta. "Buona idea!" esclamano in coro.

mercoledì 16 marzo 2016

0090 - prestare attenzione ai dettagli

Sergej ferma la Prius lungo il viale alberato ad un centinaio di metri dal parcheggio dove il gruppo si è riunito mezz'ora prima, quindi invita tutti a smontare. "Meglio non fare vedere nostre macchine vicine".
I russi scendono e si avviano a piedi verso la berlina di Anatoli.
"Io pensa che quella è casa dove Bennet si nasconde" dice Pavlov, aprendo la portiera e salendo in macchina. "Io ha visto tre SUV neri, due dentro vialetto e uno parcheggiato sopra giardino".
"Merda. Almeno nove persone oltre a Bennet" mormora Margarita.
"Ora noi analizza situazione" esclama Anatoli avviando il motore, poi si gira verso i compagni. "Casa è in legno, alta due piani più tetto spiovente molto alto. Noi può sfondare parete con auto, ma così noi perde effetto sorpresa. C'è torre tonda in angolo nord est, con molte finestre. Buon punto per tenere d'occhio incrocio. Di fronte c'è collina con molta vegetazione, che noi può usare come punto di osservazione. Accanto a rifugio di Bennet c'è casa abitata, può dare problemi. Zona sud è recintata da muro coperto di vegetazione, vicino a retro. E' buon punto per entrare, se nessuno controlla finestre di cucina. Io ha anche notato finestra su tetto dietro cui si muoveva uomo, probabilmente cecchino di azienda di sicurezza tedesca. C'è anche botola che porta in zona interrata vicino a garage, dietro a SUV parcheggiati su vialetto".
"Tu ha osservato tutti questi dettagli in singolo giro?" esclama stupito Sergej. "Io ha notato solo SUV fermo davanti a ingresso!"
"Io ha occhio allenato" ribatte il corriere. "Normale se tu lavora in ambasciata".
"Perché allora tu vuole fare altro giro con macchina differente?"
"Perché io non ha visto disposizione di uomini" spiega Anatoli. "Noi ha bisogno di capire come sicurezza gestisce situazione, così noi può elaborare piano".
"Io ha visto uomo che fuma seduto in veranda" interviene Pavlov. "Penso lui fa guardia a giardino. Tu non ha visto lui?"
"Niet" risponde il corriere, alzando le spalle.
"Io pensa che noi deve fare altro giro di notte" esclama Margarita. "Ora loro è attenti, forse stanotte guardie è più addormentate".
Anatoli annuisce. "Da, forse tu ha ragione. Oscurità è nostra amica".

martedì 15 marzo 2016

0089 - ricerca nel quartiere

Dopo aver approfittato dell'abbondante buffet dell'hotel, il gruppo si dirige verso Waban Avenue.
"Tu ha offerto colazione" mormora Margarita, sporcandosi le dita di coca e ficcandosele nelle narici.
Anatoli posa per un attimo gli occhi su di lei, poi torna a guardare la strada. "Niet problema. Io ha pagato con carta di credito rubata".
La spacciatrice scoppia a ridere. "Tu vive tua vita pericolosamente".
Il corriere sorride, poi aziona la freccia. "Ecco strada che porta in Waban Avenue".

La Prius di Sergej passa in modalità elettrica quando rallenta davanti alla scuola elementare Angier e svolta in una stradina laterale, dove villette ben curate si alternano a ruderi in stato di abbandono.
"Crisi ha colpito anche famiglie benestanti" mormora il pianista, osservando una casa con le finestre oscurate da assi di legno.
"Da" replica distrattamente Pavlov, cercando un SUV nero parcheggiato, poi compone il numero di Margarita. "Tuo socio ha trovato macchina di Bennet?"
"Niet" risponde la donna tra una risata e l'altra. "Anatoli vuole parcheggiare berlina. Vostro rottame è più anonimo".
Sergej si ferma nel parcheggio di un piccolo condominio e attende che i due compagni montino in macchina. Dopo un paio di giri nelle vie secondarie, la berlina ritorna verso la strada principale e rallenta in vista di un incrocio.
"SUV nero su lato destro" mormora Margarita, dando una ginocchiata sul sedile di Pavlov.
"Ahia" esclama l'atleta, appoggiando la mano sul cruscotto. "Tu ha modi da puttana di strada".
"Tu non merita altro".
Sergej si ferma allo stop e controlla che non ci sia nessuno, poi svolta a destra e costeggia il giardino della grande casa verniciata di verde. L'alto steccato e gli alberi impediscono di vedere le finestre ed il largo porticato.
"Merda, visuale è bloccata. Noi ora cambia vettura e fa altro giro" esclama il corriere. "Voi controlla se è casa giusta".

lunedì 14 marzo 2016

0088 - ricaricare le batterie

Il gruppo raggiunge la highway e si ferma ad un bar aperto tutta la notte. Mentre Anatoli sorseggia il suo terzo caffè, il suo cellulare inizia a vibrare.
"Da?"
"Io ha trovato veicolo ed ha localizzato sua attuale posizione" biascica Jack tra uno sbadiglio e l'altro.
"Dove noi trova stronzo?"
"Telecamera ha inquadrato SUV nero partito da villa in Waban, village di Newton. Lui ha girato in Collins Road da Beacon Street. Io pensa che macchina è parcheggiata in Waban Avenue".
"Tu è poco preciso, Jack".
"Village ha poche telecamere" si giustifica l'hacker, "io non fa miracoli. Io però è sicuro che SUV è ancora lì".
"Spassiba" dice il corriere, chiudendo la chiamata.
"Tu sa dove noi trova Bennet?" chiede Margarita.
"Da" risponde Anatoli. "Noi ora trova SUV nero di suo complice e conclude lavoro".
La spacciatrice alza la mano per bloccare il corriere. "Prima noi cerca motel e dorme qualche ora. Io non vuole morire per mancanza di lucidità".
"Da, meglio essere pronti per scontro a fuoco" commenta Pavlov. "Tu ha occhiaie che io può usare per trasloco".

Sergej osserva il lunotto posteriore della macchina di Anatoli e fa un cenno a Margarita, poi aziona la freccia quando le due vetture superano il cartello che indica l'uscita per Waban, un piccolo borgo immerso nel verde a sudovest di Newton. La Prius passa in modalità elettrica quando rallenta e si infila nel parcheggio di un piccolo albergo a tre stelle.
I russi parcheggiano, quindi si dirigono verso la hall. Un tipo basso, robusto e con una folta barba è seduto dietro al bancone della reception. Quando il gruppetto entra, alza gli occhi dal monitor e li fissa.
"Buonasera, benvenuti all'Indigo Hotel" dice con tono annoiato. "Avete bisogno di una camera?"
"Da" risponde Anatoli.
"Volete una quadrupla o preferite due doppie?"
Il corriere si gira verso i compagni. "Cosa voi preferisce?"
"Io non ha preferenze, basta dormire" mormora Margarita.
Anatoli si avvicina al bancone e sfoggia un largo sorriso. "Noi sceglie quadrupla".
"Tu non ha paura di dormire con tre uomini?" sussurra Pavlov all'orecchio della spacciatrice.
"Niet. Io dorme con pistola sotto cuscino" ribatte la donna, facendogli l'occhiolino.

venerdì 11 marzo 2016

0087 - contrattazione informatica

Dopo aver digitato il solito numero, il corriere rimane per un po' in attesa.
"Questo numero essere spento o irraggiungibile. Tu andare a farti fottere" si sente dall'altra parte della linea.
"Peccato, io voleva ordinare pizza" esclama Anatoli.
"Umpf... cosa tu vuole, ora?"
"Forse noi ha trovato sistema per evitare otto ore di ricerca".
"Io è curioso di sentire" ribatte Jack.
"Rintracciare posizione di auto da targa è più veloce che risalire a numero in sistema cellulare, da?"
"Da" risponde sbuffando l'hacker. "Tu ha targa di padrone di cellulare?"
"Io dice dove trovare targa da identificare, poi tu cerca targa e dice dove macchina è ora".
"Tu ha registrazione da telecamera da cui io prende numero di targa?"
"Niet" risponde interdetto Anatoli.
"E io dove cazzo guarda! Su fottuta sfera di cristallo?"
"Io dà te posizione iniziale di veicoli, poi tu cerca registrazione di telecamere di traffico" ringhia il corriere dopo un momento. "E tu non osa dire me che tu non ha accesso! Tu ha mani in pasta ovunque!"
"Questo costerà te extra! Io non lavora gratis!"
"Quanto denaro tu vuole? Ricorda che tu non deve più fare altro lavoro".
"Tu ha occupato miei server per due ore" ribatte Jack. "Duecentocinquanta dollari per spreco di elettricità, più cinquecento per nuovo lavoro".
"Affare fatto" esclama Anatoli. "Noi aspetta tua chiamata".
"Ma voi non dorme mai?" chiede l'hacker, infastidito dal tono del suo interlocutore.
"Noi dorme solo dopo essere morti" ribatte il corriere, chiudendo la chiamata.

giovedì 10 marzo 2016

0086 - la prossima mossa da fare

Mentre l'atleta si guarda intorno per cercare i suoi compagni, Sergej scende dall'auto e lancia un fischio per richiamare la sua attenzione.
"Perché voi ha chiamato a questa cazzo di ora?" esclama Pavlov, raggiungendo il gruppetto.
"Anche io vuole sapere" mormora Sergej.
"Questa è macchina di Bennet" ribatte Anatoli, indicando la BMW.
"Oh" commenta Pavlov. "Ha missile in bagagliaio?"
"Niet" replica il corriere, scuotendo la testa.
"Allora tu ha rotto cazzo per niente!" esclama l'atleta fissandolo con astio.
"Bennet ha abbandonato qui sua macchina" interviene Margarita, spegnendo un mozzicone con la punta della scarpa.
Anatoli lancia un'occhiata alla donna, poi inizia a riassumere quello che è successo nell'ultima giornata. "Ora questione è semplice. O noi continua caccia a Bennet o noi va in villa. Io non crede che chip è nascosti in villa, io pensa che Bennet ha chip".
"Perché tu non crede che chip è tenuti in villa?" chiede Pavlov.
"Bennet è fuggito, poi lui ha abbandonato sua macchina e chiamato aiuto da villa. Se chip era in villa, perché lui non è andato lì? Villa è solo punto di scambio con tedeschi".
"Quanti uomini pattuglia villa?" chiede il pianista.
Anatoli recupera il tablet dal sedile ed accende il programma per il controllo delle telecamere. Sullo schermo appare il giardino illuminato da un paio di faretti, in cui sono parcheggiati alcuni veicoli. Un paio di uomini armati pattugliano lentamente il perimetro.
"Mmm" mormora il corriere osservando le immagini. "Rispetto a prima io vede tre veicoli di meno. C'è anche meno guardie. Se voi volete, noi prova a entrare adesso".
"Se noi non ha sicurezza di trovare chip dentro villa, noi rischia nostre vite per nulla" commenta Margarita.
"Se io deve organizzare scambio" interviene Sergej, "io non pensa che è sicuro tenere chip in luogo di scambio. Io propongo di trovare Bennet".
"Noi deve aspettare chiamata di Jack" ribatte Margarita. "Noi può trovare posto dove dormire".
Pavlov prende il tablet dalle manid Anatoli ed osserva per un po' le immagini delle telecamere. "Tu ha detto che scorta di Bennet è partita da villa, da? Tu ha anche detto che mancano tre veicoli. Perché tu non chiede Jack di trovare macchine? Io pensa che ricerca di targa è più veloce che trovare cellulare".
Anatoli fissa l'atleta per un momento, poi sorride estraendo il cellulare dalla tasca. "Questa è fottuta idea geniale".
"Da, io sa" ribatte laconico Pavlov.

mercoledì 9 marzo 2016

0085 - fari nella notte

Dopo un'ora una Prius si ferma dietro alla BMW di Bennet. Anatoli guarda nello specchietto e sgrana gli occhi, quindi scende dalla macchina e si avvicina. "Sergej, che cesso di macchina guidi? Dove è Pavlov?"
Quando il pianista abbassa il finestrino, una melodia russa riempie l'aria. "Pavlov ha detto che arriva con altro mezzo".
"Mentre noi aspetta lui, tu può controllare se c'è ordigno sotto cofano di BMW".
"Tu chiama me a tarda ora per controllare motore?" esclama Sergej, accigliandosi. "Io non è tuo schiavetto".
"Tu lavora per Famiglia, da?"
"Da, ma solo in orari da cristiani!"
"Io è ortodosso" lo zittisce Anatoli, quindi apre la portiera della Prius e gli fa cenno di scendere.
Sergej scende sbuffando, apre il cofano della BMW ed inizia a controllare eventuali cablaggi strani, quindi accende una torcia e si infila sotto il veicolo. "Niet, io non vede esplosivi".
"Bene, ora avvia motore" ribatte il corriere, attraversando la strada e piazzandosi sull'altro marciapiede.
"E tu definisce me cagasotto" mormora il pianista sedendosi alla guida. Dopo un'occhiata allo sguardo teso di Margarita, seduta dietro, preme la frizione e gira la chiave. La BMW va in moto al primo tentativo ed un rombo sordo comincia a risuonare nella via.
"Bene, noi ha vinto auto nuova" esclama Anatoli, appoggiandosi alla portiera.
Sergej fissa per un momento il corriere con aria di sfida, poi si gira a guardare i lampeggianti blu di una volante della polizia che avanza lentamente lungo la strada principale.
"Noi fa finta di avere finito serata tra amici" mormora il pianista, spostando lo sguardo sul russo in piedi davanti a lui.
Margarita si distende sul sedile posteriore e si tappa la bocca per trattenere una risata isterica.
Anatoli si volta lentamente e nota che la volante rallenta. La luce dei lampioni illumina il volto dei due agenti che stanno guardando nella loro direzione, poi il finestrino del passeggero si abbassa ed una mano accende la torcia montata sopra lo specchietto. Il fascio di luce illumina la BMW, accecando i due russi.
Sergej si copre istintivamente gli occhi con il dorso della mano, mentre Anatoli strizza un paio di volte gli occhi, quindi fa un cenno con la testa verso la pattuglia. Dopo alcuni interminabili secondi, il faro si spegne e la volante svolta in una laterale, scomparendo alla vista.
"Che fortuna, io odia dover sparare a poliziotti" mormora Anatoli sbattendo le palpebre per cercare di eliminare le macchie scure che gli sono comparse nel campo visivo.
Sergej gli batte su una spalla ed indica un'altra macchina che si sta fermando lungo il marciapiede. "Tu ha chiamato taxi?"
"Niet" risponde il corriere, fissando l'uomo che scende dal sedile posteriore e si china per recuperare un borsone. "Quello è coglione di Pavlov".

martedì 8 marzo 2016

0084 - cambio in panchina

Zoya si appoggia al cofano della macchina e si fuma una sigaretta, quindi batte sul finestrino. Anatoli gira la chiave e lo abbassa. "Perché tu non sali in macchina?"
"Io è fuori da stamattina!" esclama la maîtresse. "Io deve gestire miei affari".
"Tu può prendere mia macchina" ribatte Anatoli, saggiando la comodità del sedile della BMW. "Io però prima vede se trova rimpiazzo".
Dopo aver digitato il numero di Pavlov, si appoggia il cellulare all'orecchio. Al terzo squillo il russo risponde. Dall'altoparlante inizia ad uscire una cacofonia di voci che urlano in varie lingue, oltre ad esclamazioni esaltate e fischi. "Pavlov?"
"Da?"
"Dove cazzo è tu?"
"Io..." balbetta il russo, "sto guardando partita calcio!"
"Violenta, come partita" esclama Anatoli, lanciando un'occhiata interdetta a Zoya, che risponde alzando le spalle. "Io sente parecchio casino!"
"Da, da. Dinamo Kiev!" ridacchia Pavlov. "Arbitro ha fischiato ammonizione ingiusta!"
Dall'altoparlante si sente un suono metallico, quindi le urla si affievoliscono. "Cosa tu vuole?"
"Io dà te indirizzo e tu viene. A noi serve tuo aiuto".
"Adesso?!?" esclama l'atleta.
"Niet, domani!" sbotta Anatoli. "Adesso, idiota!"
"Ma arbitro ha appena fischiato rigore!"
"Tu ricorda Bennet? Tu ricorda chip per guida missili che vuole capo?"
"Da, io ha capito" sospira Pavlov. "Io sistema mie cose, poi io monta in macchina e arriva. Tu dare me indirizzo".
Anatoli gli detta il nome della via, quindi fa cenno a Zoya che può andare. La maîtresse afferra le chiavi e si allontana. Dopo un po' il corriere osserva i fari della sua macchina allontanarsi lungo la strada e sparire dietro ad un palazzo. "Io ora chiama Sergej, poi tu passa a prendere lui e raggiunge noi".
"Da" risponde Pavlov prima di chiudere la telefonata.
Il corriere sospira, quindi digita il numero e si mette in attesa.
"Pronto?" mormora la voce assonnata di Sergej. "Chi cazzo chiama a quest'ora?"
"Sono Anatoli. Dove sei, brutto cagasotto?"
"Io è a casa" ribatte il pianista.
"Tu muove tuo culo e viene qui!"
"Adesso?" esclama Sergej. "Sono tre di mattina!"
"Muovi tuo culo! O tu preferisce spiegare a Alexei perché noi ha finito lavoro da soli? Tu pensa tu essere qui in vacanza?"
"Beh... da" ribatte il pianista. "Io è arrivato qui per studiare, non per attività di Famiglia".
"Tu ora telefona Pavlov, poi tu aspetta lui sotto casa. Chiaro?"
"Da, da" sbuffa Sergej prima di riattaccare.
Anatoli si volta verso Margarita, seduta sul sedile posteriore, poi scuote la testa. "Noi è circondati da incompetenti".
La spacciatrice ridacchia, quindi si infila una sigaretta in bocca ed esce dalla macchina.

lunedì 7 marzo 2016

0083 - lenta ricerca

Dopo il terzo squillo la voce familiare di Jack risponde. "Da?
"Tu non finge di essere pizzaiolo, questa volta?" esclama Anatoli.
"Niet, io ha riconosciuto tuo numero. Se tu vuole, io manda pizza doppia mozzarella a tuo attuale indirizzo" risponde l'hacker senza alcuna traccia di umorismo nella voce. "Cosa tu vuole?"
"Io non vuole pizze, io ha bisogno di favore. Questo stronzo è più furbo del previsto. E' possibile sapere quali cellulari è stati accesi vicino antenna da dove noi chiama?"
"Dì lui che controlli cellulari accesi due ore fa" sussurra Zoya, al che il corriere riferisce.
"Purtroppo io ha tutti miei server occupati da altro lavoro" ribatte Jack. "Io può fare, ma voi deve attendere otto ore".
"Basta che tu cerca fottuto numero attivato due ore fa!" esclama irritato Anatoli.
"Io deve controllare traffico di antenna e di tutte antenne vicine. Come già detto, io ha tutti miei server occupati".
"Noi paga te extra!"
"Costo di lavoro è mille dollari" ribatte l'hacker. "Tua offerta è molto invitante, ma io proprio non può".
"Droga di Margarita costa decisamente meno!" esclama Anatoli, strabuzzando gli occhi davanti alla cifra. "Solo perché tu ha monopolio! Peggio che essere in Russia!"
"Io non ha monopolio, io è solo miglior hacker in città" risponde ridacchiando Jack. "Io fa comunque partire scansione su mio computer personale. Se io trova prima di otto ore, io avverte voi".
"Spassiba" dice Anatoli chiudendo la telefonata.
"Cosa ha detto Jack?" chiede Margarita.
"Lui dice che avrà numero tra otto ore".
"Cosa fa noi per ammazzare tempo?"
"Noi può trovare testimone che ha visto macchina di complice" risponde Anatoli, guardandosi attorno e soffermandosi sul portone dall'altro lato della strada. "Noi può entrare in palazzo e minacciare tutti inquilini".
"Noi non può fare questo" ribatte Zoya. "Tu non è in Russia".
"Peccato" mormora il corriere continuando a fissare fuori dal finestrino. "Bei vecchi tempi".

venerdì 4 marzo 2016

0082 - più furbo del previsto

"Voi due fa finta di pomiciare" esclama Margarita gettandosi sul sedile posteriore. "Arriva pattuglia di polizia" aggiunge poi, chiudendo la portiera con la punta della scarpa.
Anatoli si volta verso la strada e nota luci rosse e blu riflettersi sulle finestre del palazzo accanto a lui, quindi si insacca nel sedile e fa segno a Zoya di fare altrettanto.
La donna si distende sulla pancia del corriere, quindi si volta e lo fissa negli occhi. "Tu non ha pagato, quindi tu non aspetta servizietto".
Anatoli accenna un sorriso, poi attende fino a quando le luci non spariscono dallo specchietto. "Troppa polizia in America" borbotta spostando Zoya e rialzandosi. "Criminali non è liberi di trattare loro affari come in Russia".

Dopo quasi mezz'ora il tablet emette un suono acuto. Anatoli comincia ad osservare la mappa visualizzata, analizzando i punti indicati.
"Cosa tu ha fatto?" chiede Zoya.
"Io ha lanciato applicazione per trovare posizione di cellulare chiamato da Bennet" esclama il corriere. "Io non sa cosa ha premuto, ora però software indica ripetitori in cui cellulare ha agganciato segnale".
"Quindi noi sa percorso seguito da complice di Bennet! Io adoro tablet che Jack ha fornito noi" esclama Margarita, sporgendosi tra i sedili ed osservando il display del tablet. "Se io ha capito bene cosa rappresentano puntini, io dico che cellulare è partito da villa dove avverrà scambio".
"Cazzo!" esclama Anatoli, colpendo il bordo del volante con il palmo della mano. "Stronzo ha chiamato suoi uomini per azione di recupero. Loro ora sarà in villa".
"Non è detto" ribatte Zoya. "Tu riesce a vedere sua attuale posizione?"
"Niet, messaggio indica che cellulare ora è spento" risponde il corriere.
"Quale è suo ultimo punto indicato?"
"Programma dice che suo ultimo segnale è vicino noi" esclama Anatoli. "Forse complice ha spento cellulare e tolto batteria dopo aver raccolto Bennet".
Margarita si appoggia sbuffando al sedile, qui guarda fuori dal finestrino. "Io invece pensa che lui ha gettato cellulare da macchina in corsa".
"Come fa tu a essere così sicura di questo?" chiede il corriere, voltandosi a guardare la spacciatrice con un'espressione di scherno.
"Perché io pensa che rottame laggiù sia cellulare di complice di Bennet" esclama indicando con un dito un oggetto scuro vicino ad uno dei magazzini accanto alla macchina.
Anatoli scende e si allontana dalla macchina, quindi si china per raccogliere l'oggetto. Dopo aver osservato per un po' il telefonino distrutto, lo lancia lontano.
"Tu ha ragione" sbotta risalendo in macchina. "Bennet è più furbo di quanto noi credeva".
"Però lui non sa che noi conosce hacker migliore di città" ridacchia Margarita.
"Cosa può fare Jack per noi? Noi non ha numero da rintracciare" sbraita il corriere.
"Tu chiedi lui se può individuare cellulare acceso in questo posto due ore fa" esclama la spacciatrice, sorridendo. "Bennet è fottuto colletto bianco. Loro non vive senza telefono".
Anatoli sorride, quindi prende il cellulare ed inizia a comporre il numero dell'hacker. "Ottima idea! Forse cocaina non ha completamente bruciato tuo cervello".

giovedì 3 marzo 2016

0081 - chi fa da sé, risparmia

I tre russi osservano finestre e terrazze dei due palazzi per assicurarsi che nessuno li stia osservando, quindi scendono dalla berlina con le armi in pugno. Mentre Margarita si acquatta dietro ad un muro e tiene d'occhio la strada, Anatoli e Zoya si avvicinano alla BMW e puntano le pistole verso i finestrini. Nell'abitacolo non c'è nessuno.
Il corriere posa una mano sul cofano. "Motore è ancora caldo, Bennet deve avere parcheggiato qui da massimo due ore".
Zoya si china dal lato del passeggero ed osserva l'interno. "Cazzo!" esclama, poi si alza ed indica al compagno il cruscotto.
Anatoli si sposta accanto al finestrino e guarda dove sta indicando la donna. "Stronzo ha lasciato chiavi in cruscotto".
"O Bennet era troppo spaventato e le ha dimenticate appese o lui ha lasciato chiavi per farsi rubare macchina" ribatte la maîtresse, poi si volta verso la spacciatrice e le fa cenno di avvicinarsi.
Margarita si guarda un'ultima volta attorno, poi raggiunge i compagni. "Cosa succede? Dove cazzo è Bennet?"
"Stronzo ha abbandonato qui sua macchina" risponde Anatoli. "Io sente bisogno di bruciare qualcosa per sfogare mia rabbia".
"Prima noi perquisisce BMW, poi tu sfoga tuo cazzo di risentimento" esclama Margarita, aprendo il bagagliaio ed iniziando a frugarci dentro.
"Qui c'è solo borsone con vestiti sporchi" esclama dopo un po' la spacciatrice. "Tu ha passione per squash?" aggiunge, facendo vedere ai compagni una racchetta.
"Meglio se noi guarda in abitacolo" commenta Zoya, aprendo la portiera dal lato del passeggero e sedendosi sul sedile di pelle. Anatoli la imita e si accomoda al posto di guida. La macchina è quasi immacolata, l'unico segno evidente di utilizzo è un po' di sporcizia sul tappetino del guidatore.
I due russi iniziano a frugare senza trovare niente di utile, poi il corriere infila la mano tra il sedile ed il bracciolo ed estrae un cellulare usa e getta. "Che fortuna! Bennet ha perso cellulare insieme a macchina".
"Tu prova a guardare ultime chiamate" esclama Zoya. "Forse lui ha chiamato contatto o compagnia di autonoleggio".
Il corriere accende il cellulare e comincia a cercare al suo interno. "Rubrica è vuota. Io però ha trovato ultima chiamata. E' numero di cellulare".
"Noi ora chiama Jack e fa rintracciare numero, da?" propone la maîtresse.
"Niet, io prima prova a risparmiare soldi" esclama Anatoli, prendendo il tablet e cliccando sull'icona di un documento al centro della schermata principale. Dopo aver scorso la guida scritta dall'hacker, trova la sezione che stava cercando.
Alcuni semplici comandi aprono una schermata di tracciamento, in cui il corriere inserisce il numero recuperato dal telefono usa e getta. Sullo sfondo cominciano a scorrere i risultati dei comandi lanciati dall'applicazione, poi quando un pop-up compare in sovrimpressione Anatoli comincia a sghignazzare.
"Perché tu sta ridendo?" chiede Zoya.
Anatoli si volta verso la donna con un largo sorriso. "Programma di Jack dice che procedura è fottutamente lenta e consiglia di uscire a bere caffè".

mercoledì 2 marzo 2016

0080 - battere a tappeto la zona

La strada scorre veloce sotto le ruote della berlina scura. Poche macchine transitano in direzione opposta, probabilmente ragazzi di ritorno da qualche festa o amanti che tornano dalle proprie mogli dopo una scappatella fuori città.
Anatoli osserva il puntino sulla mappa farsi più vicino, quindi rallenta e comincia a guardarsi attorno. La statale prosegue dritta come un fuso, circondata da campi coltivati parzialmente nascosti dietro ad alberi sottili e piegati sotto il peso dei rami.
"Io non vede niente" sussurra Zoya, distogliendo lo sguardo da un parcheggio che sfila oltre i fanalini posteriori e riportandolo sulla strada.
"Forse Bennet ha nascosto sua macchina tra cespugli" ribatte Margarita, abbassando lo sguardo sul tablet. "Anatoli, tu ha appena passato punto indicato su mappa".
Il corriere frena, poi lentamente fa inversione e si ferma lungo la fascia sterrata che la strada. A parte alcuni cumuli di spazzatura ed una manciata di mozziconi, nulla fa pensare alla presenza dell'uomo.
Mentre Zoya e Margarita scrutano tra le ombre della vegetazione, Anatoli scende dal veicolo con la torcia accesa e si avvicina ad un cumulo di rifiuti. Dopo essersi chinato ed aver raccolto un oggetto luccicante, lo lancia via oltre la boscaglia quindi torna alla macchina.
"Io pensa che stronzo ha gettato suo cellulare qui" esclama dopo essersi seduto al posto di guida. "Io ha trovato resti di smartphone".
"Noi prova a cercare Bennet qui attorno" propone la spacciatrice. "Se lui è fuggito da Boston lungo statale, forse lui ha casa sicura. Forse noi è fortunati e trova sua macchina".
"Io comincia ad avere palle piene di questo lavoro" mormora Anatoli, avviando il motore e partendo con una sgommata.

Dopo un paio d'ore di ricerche ed un falso avvistamento, i russi si ritrovano nella piccola cittadina di Bedford ad una decina di chilometri da Lexington.
"Io è stufa di girare a vuoto" esclama Zoya, scrutando l'ennesima fila di macchine parcheggiate.
"Noi fa ultimo giro, poi noi torna indietro e trova altro modo per stanare stronzo" esclama Anatoli, rallentando ed imboccando una laterale.
"Ferma!" esclama Margarita, poi estende il braccio tra i due compagni mancando di poco l'occhio della maîtresse. "Quella è BMW di Bennet?"
Anatoli inchioda, poi i due russi si voltano nella direzione indicata ed osservano una macchina parzialmente visibile tra due palazzi, ferma in una via parallela alla loro. Il corriere ingrana la retro e, dopo aver fatto manovra, si infila nel vicolo che collega le due strade.
"Targa corrisponde" esclama Zoya con un sorriso. "Ora noi fotte figlio di puttana!"

martedì 1 marzo 2016

0079 - punto sulla mappa

Anatoli fissa per un po' la villa, quindi un sorriso compare sul suo volto.
"Io sa come fare!" esclama girandosi a guardare le due russe.
"Tu spiega noi tua idea?" chiede Margarita.
Mentre le due donne lo guardano impazienti, l'uomo afferra il cellulare e compone un numero.
"Qui pizzeria Kastelo" si sente dall'altro capo del telefono. "Cosa tu desidera?"
"Jack, io non sapevo che tu faceva anche pizzaiolo" esclama sghignazzando il corriere. "Noi ha bisogno di favore".
L'hacker sbuffa. "Cosa tu vuole da me?"
"Tu riesce a trovare posizione di cellulare di Bennet?"
"Tu tocca icona in basso a destra su tablet, quella con disegno di occhio".
Il corriere riferisce a Zoya, che sfiora il display con l'indice. Un programma si apre a tutto schermo ed alcuni numeri cominciano a comparire in sovrimpressione. Il numero del cellulare di Bennet comincia a lampeggiare in un angolo.
"Ora tu da me momento" esclama Jack.
"Spassiba" mormora Anatoli, poi quando nota lo sguardo interrogativo delle due donne fa segno di attendere.
"Tu sa che questo costa, da?" si sente all'altro capo del telefono.
"Da, noi sa che tu non fa nulla gratis" sbuffa il corriere.
"Ultimo accesso è stato registrato da antenna a est di Boston. Io invia coordinate su tablet".
Le scritte sul monitor spariscono e compare una piantina dei dintorni della città. Una puntina stilizzata appare in un punto nei dintorni di Lexington.
"Quanto noi deve te?" chiede Anatoli, chiudendo gli occhi in attesa della risposta.
"Per lavoro come questo cento dollari" risponde l'hacker.
"Bene" sospira il corriere. "Noi passa domani per saldare debito. Tu vuole pagamento in patatine formaggio?"
"Niet" ride Jack. "Io preferisce banconote".
"Spassiba" esclama Anatoli chiudendo la telefonata. "Noi ora sa dove trovare coglione".
"Io penso che noi deve prima sistemare faccenda di furgone" esclama Margarita, battendo il palmo su un sedile e sollevando una nuvoletta di polvere.
"Niet problema, tu ha pezzo di stoffa da usare come miccia?"

Anatoli lancia un'ultima occhiata allo specchietto retrovisore ed osserva il Bedford consumarsi lentamente tra le fiamme, quindi imbocca la statale ed accende la radio. Il radiogiornale annuncia una sparatoria nel quartiere di Brook Farm, a West Roxbury. Quando il corriere sente dire che, dalle prime indiscrezioni, gli inquirenti pensano ad una rapina finita male, inizia a ridere. "Nessuno compie rapina in villa con armi automatiche! Lavoro di polizia lascia molto a desiderare!"
Il giornalista prosegue annunciando che i probabili colpevoli appartengono ad un gruppo di immigrati nigeriani, arrivati da poco in America.
"Ora anche nigeriani cerca chip per missili" sbotta Margarita, poi si zittisce quando sente la segnalazione di un furgone visto in zona.
"Fortuna che noi ha bruciato Bedford" commenta Anatoli, guardando negli specchietti della berlina ed imboccando lo svincolo che porta a Lexington.