martedì 15 agosto 2017

0168 - sonata per chiave inglese

Dopo una ventina di minuti di ricerca, i due russi individuano sotto una tela cerata il motore di un vecchio autoarticolato che, a parte la polvere che lo ricopre, sembra completo ed in buone condizioni.
"Io dubita che motore sta dentro cofano" mormora Sergej.
"Se buco è troppo piccolo, noi tira due martellate e allarga" ribatte con un ghigno Anatoli, poi si dirige verso l'ufficio per parlare con Gavriil.
L'uomo, sbuffando, sale su un camion e, dopo aver parcheggiato accanto al motore, aziona la gru. La mezza tonnellata di acciaio viene sollevata e inserita a forza nel cofano del camion.
"Io sapeva che motore andava bene!" esclama Anatoli con un gran sorriso.
"Prima, però, noi deve fare collegamenti e vedere se motore funziona" ribatte Sergej. "Poi noi deve pensare a coprire parte sporgente" aggiunge indicando il cofano: il pezzo sporge di venti centimetri buoni dal cofano.
Gavriil afferra una cassetta degli attrezzi ed inizia a collegare tubi, manichette e cavi elettrici. Dopo una ventina di minuti, mentre il sole ormai è sparito dietro l'orizzonte e l'unica fonte di luce è un faro alogeno portatile, l'uomo esce da sotto il pianale e scuote la testa. "Tu prova ad avviare camion, ma io dubita che motore parte".
Anatoli sale in cabina e gira la chiave. Il motorino elettrico ronza a vuoto.
"Proklyat'ye!" Dannazione. Il corriere si sporge dal finestrino e batte il pugno sul volante. "Questo stronzo non vuole partire".
Sergej osserva per un po' il motore, poi si avvicina a Gavriil e allunga una mano. "Permette che io dà occhiata?"
"Niet problema, voi vuole camion funzionante" ribatte l'uomo, porgendo una chiave a pappagallo.
Il pianista infila le mani nel cofano e comincia a stringere bulloni e a riorganizzare alcuni cablaggi. Dopo qualche minuto sceglie una chiave inglese dalla cassetta degli attrezzi, si infila sotto il pianale e riprende a lavorare.
"Tu sa quello che fa?" domanda Anatoli. Nella sua mente si forma l'immagine del motore che si stacca dai sostegni e precipita su Sergej, schiacciando Sergej e uccidendolo sul colpo.
Il pianista mormora qualcosa, poi si trascina fuori e inizia a pulirsi accuratamente le mani con alcuni stracci. "Tu prova a far partire bestione".
Anatoli sposta lo sguardo sul cofano e poi lo riporta sul russo. "Motore non esplode, da?"
"C'è buone possibilità che non accada, da".
Lo sguardo divertito del pianista sgretola i suoi dubbi: non può mostrare paura di fronte ad un omuncolo insignificante come quello che gli sta di fronte, è inaccettabile; non riuscirebbe più a guardarsi allo specchio.
Anatoli gira la chiave. Gli indicatori prendono vita e le spie si accendono. Con un sospiro prova ad avviare il motore. Dopo una dozzina di rumori secchi, il motore inizia a gemere ed a sputacchiare. Il corriere pesta un paio di volte il piede sul pedale dell'acceleratore ed il rombo degli otto cilindri riempie il piazzale.
"Io deve ammettere che tu è stato bravo" esclama Anatoli, girando la chiave e smontando dalla cabina.
"Spassiba. Ora tu aiuta me a saldare piastre davanti a motore" ribatte Sergej, guardandosi attorno alla ricerca di una fiamma ossidrica.

martedì 8 agosto 2017

0167 - pezzo mancante

Sergej osserva la palude che scorre oltre il finestrino, mentre Anatoli guida in silenzio. Il sole, basso sull'orizzonte, disegna strane ombre tra la vegetazione e tinge tutto di arancione. Il pianista si chiede quanti corpi giacciano sul fondo delle grandi pozze fangose che si susseguono di fronte a lui, quanti di questi hanno fatto scelte sbagliate nella vita o non hanno avuto la forza di prendere veramente in mano il proprio destino. Quanti se lo meritassero e quanti, invece, hanno solo avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato. Con un brivido realizza che, in caso di fallimento, probabilmente altri cinque cadaveri si aggiungeranno al conto. Sei, includendo Zoya.
"Noi è arrivati" mormora il corriere, distogliendo Sergej dai suoi tetri pensieri.
Anatoli rallenta e si infila nel piazzale antistante il Patty's Auto Parts. Al richiamo del clacson una figura bassa e tarchiata si affaccia dalla porta del piccolo capanno vicino all'ingresso e si avvicina. Riconosciuto il corriere, l'uomo provvede a spingere di lato il cancello e a far entrare la berlina.
"Buonasera, cosa io può fare per Famiglia?" chiede l'uomo lisciandosi gli spessi baffi grigi.
"Priviet, Gavriil! Alexei ha bisogno di grosso camion e furgone" risponde il corriere. "Uno deve poter sfondare cancello".
"Voi guarda su retro di proprietà e sceglie".
"Noi può lasciare berlina qui?" chiede Anatoli.
"Da, da" replica Gavriil, già diretto verso il capanno.
Anatoli rimonta in macchina e raggiunge il deposito dei veicoli ancora funzionanti. Dopo una veloce occhiata al terreno vuoto dove poco tempo prima era stata appoggiata la bomba nucleare, il corriere indica un furgone a Sergej.
"Quello è buono per appoggio, se noi riesce a farlo partire".
"Io prova".
Il pianista si mette alla guida del veicolo, nota con sorpresa che le chiavi sono già infilate nel quadro e prova ad avviare il mezzo. Dopo un paio di gemiti, il motore romba e si attesta sul minimo. "Furgone sembra a posto. Manca solo benzina" esclama, girando la chiave e smontando. "Noi ora deve trovare camion. Tu ha visto qualcosa?"
"Tu pensa che quello può essere scelta valida?" chiede Anatoli, indicando un vecchio camion con il cassone scoperto.
Sergej segue il dito del corriere ed osserva il mezzo: la vernice della cabina è scrostata in più punti, rivelando superfici coperte da ruggine; le ruote posteriori, gemellate sono larghe quasi due spanne ed una è a terra; la sponda esterna del cassone è tenuta su da un paio di giri di fil di ferro. Poi lo sguardo del pianista si sofferma sul cofano, aperto.
"Tu ha notato che manca di motore?"
"Sfasciacarrozze è pieno di motori!" ribatte Anatoli. "Gavriil aiuta noi a trovarne uno decente e noi ha mezzo per sfondare cancello!"

martedì 1 agosto 2017

0166 - divisione dei compiti

Dopo aver recuperato dei cellulari prepagati ed aver registrato i vari numeri sulle rubriche sotto nomi in codice, Margarita ordina a Yuri di prendere i suoi, preparare le armi ed attendere una sua chiamata; loro intanto si occuperanno di recuperare i mezzi per l'assalto.
"Dove può noi rubare auto adatte?" chiede Viktor, seguendo gli altri su per le scale.
"Noi no deve rubare auto, noi va di sfasciacarrozze" ribatte la spacciatrice.
"Tu vuole costruire veicoli da pezzi di recupero?" domanda il mercante, per nulla convinto.
"Niet, Patty's Auto Part è sfasciacarrozze di Famiglia" interviene Anatoli, voltandosi e squadrando Viktor. "Loro procura veicoli sicuri che noi può abbandonare dopo lavoro".
Margarita raggiunge la porta sul retro del Chiaka Bar e, prima di uscire, si ferma e guarda Sergej. "Io e Pavlov fa altro giro per controllare che nulla è cambiato. Tu va di sfasciacarrozze, prende camion per sfondare cancello e macchina di appoggio, poi tu incontra noi vicino a villa. Io dopo fornisce te indirizzo. Ricorda che camion deve essere grosso, deve contenere casse da rubare".
"Forse allora noi ha bisogno di camion e furgone, no macchina" commenta Pavlov.
"Da" approva la spacciatrice. "Tu prende grosso camion e furgone".
"Io ha bisogno di altre due braccia" replica il pianista. "Io non può guidare camion e macchina insieme. Oppure tu vuole che io fa caricare macchina dentro camion?" aggiunge sarcastico.
"Ceceno viene con te" ordina fredda Margarita.
"Ceceno ha da fare altro" commenta Viktor marcando le sue origini con tono sdegnato, poi passa accanto alla donna ed esce. "Io avvisa voi quando ha finito".
Margarita osserva la schiena del mercante mentre sale in macchina, trattenendo l'impulso di estrarre la pistola e piazzargli due proiettili tra le costole, poi si gira verso Sergej. Il ragazzo sostiene per un momento lo sguardo, poi abbassa gli occhi e sospira. "Bene, Anatoli darà me mano. Sempre che anche tu non ha altra cosa più importante da fare" aggiunge quasi speranzoso, fissando la cravatta sgualcita dell'uomo.
Il corriere squadra Sergej e trattiene una smorfia. Lavorare con quel cagasotto non gli piace: dopo averlo visto subire impotente i colpi di un colletto bianco, la poca stima che aveva di lui si è sgretolata. Il gruppo, però, ha bisogno di quei veicoli, e questo compito non sembra presentare molti rischi. Anatoli annuisce.
"Tu conosce proprietario di sfasciacarrozze?" chiede Sergej.
"Da, io ha già avuto modo di frequentare posto" ribatte il corriere. L'immagine della cassa con la bomba sporca nel retro della proprietà continua a balenargli davanti agli occhi.
"Ottimo" commenta il pianista, poi si volta verso Margarita. "Se proprietario chiede compenso per veicolo, come io paga? Forse tu deve dare me soldi..."
"Tu risponde che noi paga lui settimana che viene" ribatte secca la donna. Col cazzo che uso soldi miei per questo schifo di lavoro. Si arrangerà il capo... in fondo, il piano è il suo.
Sergej annuisce, fa un cenno ad Anatoli ed esce dal locale.