martedì 30 maggio 2017

0162 - profumi d'oriente

"Noi può riempire furgone con esplosivo" ribatte di getto Sergej, cercando non irritare ancor di più il capo. "Però no è... discreto".
"Voi sta pensando a diversivo?" chiede Alexei, fissando il gruppo.
"Se noi fa scoppiare in altra zona di città, noi distrae polizia" mormora Anatoli.
Margarita gli assesta un pugno tra le costole, cercando di non farsi notare dal capo. "Noi deve creare diversivo per Petrov, non per polizia".
"Noi deve comunque distrarre polizia" sibila il corriere, massaggiandosi il fianco. "Tu vuoi finire in prigione?"
Margarita scuote la testa. "Io è sicura che Petrov non chiama sbirri".
"Sempre che lui non ha agganci anche tra uomini di polizia" mormora Sergej.
"Se noi simula attentato di altra parte di città, loro è obbligati a mandare uomini" commenta Anatoli.
"Niet attentato terroristico" esclama Alexei, facendo sussultare i russi. "Polizia ha già trovato carico nucleare, se loro pensa ad altra cellula attiva loro manda esercito e nostri affari va a puttane".
"Noi ha bisogno di altro tempo" mormora a bassa voce la spacciatrice, guardando preoccupata in direzione del capo.
Alexei chiude gli occhi poi, dopo qualche secondo, annuisce. "Voi ha ancora due giorni prima che carico venga spostato. Io lasca voi fino a domani" aggiunge, socchiudendo gli occhi. "Ora voi va, io deve fare alcune telefonate".

Sergej si chiude la porta alle spalle e osserva i compagni, poi fissa con aria incattivita Pavlov. "Tu non ha detto nulla con capo. Tu ha perso lingua?"
"Se io non ha nulla da dire, io sta zitto" ribatte l'ex atleta con una smorfia, poi segue gli altri nella stanzetta di fronte.
Margarita si accomoda sul divanetto e si accende una sigaretta. "Io sostiene che noi deve drogare uomini".
"Come noi riesce di portare droga in casa di Petrov?" chiede Sergej, lasciandosi cadere su una sedia.
"Io ha notato furgone di rosticceria cinese" ribatte la spacciatrice. "Noi usa furgone per consegnare cibo drogato, poi noi entra e ammazza tutti".
"Bene" esclama il pianista, prendendo il cellulare. "Tu ricorda numero?"
Margarita detta e Sergej chiama, ordinando una decina di porzioni di involtini primavera.
"Ora noi attende" esclama la donna, spegnendo la sigaretta all'interno di un bicchiere vuoto.

Sergej si stacca dal muro e si avvicina al piccolo furgoncino con un grande raviolo dipinto sulla fiancata. Un ragazzo dagli occhi a mandorla lo osserva, poi gli consegna il dovuto e allunga la mano per ricevere il pagamento.
Il pianista deposita un paio di banconote sulla mano e accenna un sorriso. "Miei amici dice che vostra rosticceria è molto buona. Voi fa consegne anche in altre zone di città? Io abita lontano" aggiunge per motivare la domanda.
"Shi de" esclama il ragazzo annuendo. "Noi fale consegne in tutta la città".
"Tu sta sempre seduto in furgone, allora! Boston è grande!"
"Noi essele glossa catena, noi avele vali fulgoni" esclama serio il ragazzo. "Ogni fulgone poltale oldini in singolo qualtiele!"
Sergej storce il naso, intasca il resto e rientra.

"Allora? Tu ha scoperto se noi può usare furgone di consegne?" chiede Margarita, impaziente.
"Loro ha vari furgoni" risponde Sergej, sedendosi ed appoggiando le varie scatole di cartone sul tavolo. "Se noi vuole usare rosticceria cinese, noi deve fermare furgone e poi noi deve obbligare fattorino a fare lavoro per noi. O noi deve trovare altro cinese che fa consegne, io pensa che loro capisce che è trappola se Anatoli fa consegna".
"Perché deve fare consegna proprio io?" esclama il corriere, facendo sorridere Pavlov.
"Se uomini di Pavlov mangia ogni sera ravioli, io pensa che loro conosce uomo di consegne" commenta Margarita sovrappensiero, ignorando le parole di Anatoli. "Se io deve svolgere attività illegale, io controlla chi porta me cibo. Io non pensa che questa è strada percorribile".
"Già" esclama Sergej, infilandosi un involtino primavera in bocca.

martedì 23 maggio 2017

0161 - a mani vuote

Pavlov sorride di fronte al disfattismo del pianista e comincia ad esaltare i vantaggi di una guerra tra Famiglie rivali.
Anatoli ascolta divertito il battibecco, poi alza la voce cercando di sovrastare i discorsi dei suoi due compari. "Noi deve discutere di piano, non fare conti su quanto è breve sua vita" esclama, indicando Sergej.
Vladimir intanto si sfila da dietro il bancone e raggiunge il gruppo con una bottiglia di vodka e quattro bicchieri, ma prima di appoggiare il tutto sul tavolo si avvicina all'orecchio di Margarita. "Se voi deve discutere di lavoro, forse è meglio che voi sposta in saletta privata accanto di ufficio di Alexei".
La spacciatrice sorride e fa un cenno di assenso, quindi si alza e invita tutti a scendere di sotto.
La saletta è spoglia, dotata solo di un tavolo, quattro sedie ed un divanetto. Alcuni fogli bianchi ed un paio di penne giacciono accanto a dei bicchieri vuoti; l'odore di liquore e di sigaro appesta l'aria. Anatoli si siede ed invita gli altri ad accomodarsi, poi provvede a versare vodka per tutti. "Noi ora trova sistema per fottere Famiglia Petrov" esclama, recuperando la pianta della villetta. "Magari senza che ci lascia pelle".

Dopo un paio d'ore di discussione, in cui vengono scartate parecchie idee creative ma poco praticabili, Anatoli si getta di peso sul divano, appoggia la testa su uno dei cuscini e chiude gli occhi. "Opzione migliore per entrare e portare via carico è usare camion corazzato. Però noi non ha ancora trovato sistema per liberare via da uomini di Petrov. Unica idea valida è utilizzare fosgene, come aveva proposto Popov" sospira.
"Fosgene?" esclama Pavlov, osservando per l'ennesima volta la mappa e cominciando a cercare qualcosa sul suo cellulare. "Usare fosgene è pessima idea! Noi non ha modo di riempire casa senza che loro spara noi e se noi usa in giardino, gas esce da cancello".
"Noi può prima drogare loro!" esclama Margarita, estraendo una bustina mezza piena e depositando una riga bianca su un piccolo specchietto.
"Noi ha già valutato idea di droga" mormora Anatoli, "ma noi non sa come far entrare droga in casa".
"Io ha visto consegna di rosticceria cinese" ribatte la spacciatrice. "Noi riempie pollo tandori con sonnifero e poi usa fosgene".
"Tu vuole prima drogare loro e poi usare gas?" ridacchia Sergej. "Perché poi noi non bombarda casa? Io propone autobotte piena di cocaina e esplosivo".
Le labbra di Pavlov si piegano verso l'altro in un accenno di sorriso, poi l'ex atleta alza gli occhi dal display e fissa i compagni. "Voi comunque non conta tempo di azione di fosgene. Noi non ha tre giorni per attendere che uomini di Petrov schiatta".
"Tre giorni?" esclama Anatoli. "Bene, noi ha escluso anche fosgene. Voi ha altre idee?"
Dopo un rapido scambio di occhiate, i russi scuotono mestamente la testa.

Alexei appoggia alcune foto sul tavolo e le copre con alcune bolle di carico, poi si alza e va ad aprire la porta. I volti dei quattro russi non promettono niente di buono, ma il capo non dice nulla; prima di incazzarsi vuole capire se è solo spossatezza o se invece è disagio quello che traspare dai loro occhi.
"Allora, voi ha definito piano?" chiede, tornando alla scrivania ed accomodandosi a braccia conserte. I suoi occhi passano in rassegna i quattro volti ed infine si fissano sul pianista
Sergej lancia un'occhiata ai compagni poi, notando che nessuno sembra intenzionato a correre in suo soccorso, sfoggia un sorriso tirato. "Noi ha pensato che unico sistema valido per entrare è drogare loro. Fosgene proposto da Popov non va bene perché inquina tutti vicini".
Il sopracciglio destro di Alexei si inarca, ed il pianista comincia a balbettare, cercando di riprendere il discorso. "No... io non intendeva inquina! Quale è parola corretta... uccide! Ecco, fosgene uccide tutti vicini".
Lo sguardo del capo si fa duro. "Voi sta dicendo che in tutta mattinata voi non è riusciti a ideare piano per liberare casa di guardie?"

martedì 16 maggio 2017

0160 - chiamata a raccolta

Zoya continua a sorridere, ma un brivido le percorre la schiena. Ha dimostrato a se stessa di tener testa al boss, però ha anche capito che ha tirato un po' troppo la corda. "Niet, io gioca solo con miei soldi. Io non intendeva offendere Famiglia".
Alexei annuisce soddisfatto, quindi sposta lo sguardo su Anatoli. "Voi sa cosa Petrov tiene in magazzino?"
"Arthur dice che carico comprende fucili automatici M4, pistole, mitragliette e anche bazooka".
"Ok, io pensa che voi può prendere cassa di armi per rientrare di spese".
"Io ha sempre sognato di appendere M4 sopra caminetto" esclama il corriere, cercando di suonare sincero. L'arsenale che si apprestano a rubare è buono solo per il mercato nero; nulla può battere la sua fida Tokarev o un Dragunov ben oliato.
Margarita tossisce rumorosamente per attirare l'attenzione dei due russi. "Alexei, tu pensa che noi può chiamare Sergej? Noi serve più aiuto possibile per colpo".
"Da, niet problema" ribatte il russo.
Il sorriso di Anatoli si incrina ed il suo sguardo la trapassa. "Tu vuole davvero chiamare damerino bravo solo a suonare piano? Lui si piscia sotto quando lui accende luce di bagno e vede suo riflesso su specchio!"
"Noi ha bisogno di altri bersagli!" ribatte la spacciatrice, guardandolo con sufficienza. "Noi è troppo pochi".
Anatoli sbuffa, poi annuisce. "Va bene, lui può guidare altro camion. Basta che lui sta distante da uomini con valigia".
Alexei aggrotta le sopracciglia non capendo il riferimento, ma rimane in silenzio e continua ad osservare la discussione. La sua attenzione viene poi attirata dalla suoneria del cellulare di Zoya, che riempie la stanza di musica pop.
La maîtresse osserva perplessa il display, quindi risponde. "Da?"
Gli altri russi nell'ufficio di Alexei non sentono cosa le viene detto, ma intuiscono dallo sguardo della donna che non sono notizie positive.
"Voi scusa me, io deve correre a mio motel" esclama Zoya, fissando il capo come a chiedere il permesso di poter uscire.
"E' problema grave?" chiede Alexei, senza dimostrare la minima preoccupazione. "Tu ha bisogno di uomini?"
"Niet" ribatte la maîtresse. "Io spiega te quando io ha risolto. Io spera di finire prima di colpo" aggiunge, notando il disappunto negli occhi di Margarita.
Quando la donna esce, la spacciatrice sbuffa e prende il cellulare per mandare un messaggio a Sergej. Dopo un momento, inoltra lo stesso messaggio a Pavlov, pur sapendo che l'ex atleta ultimamente è impegnato in altri affari.

Sergej osserva il cielo terso sopra Boston, godendosi per un momento il tocco caldo del sole, poi attraversa la strada e si dirige verso il locale della Famiglia Antonovich. Il messaggio della spacciatrice era chiaro: presentarsi al Chaika Bar a mezzogiorno. Nessuna spiegazione sul motivo della convocazione e, soprattutto, nulla sul perché sia necessaria la sua presenza. Forse suo zio è stato rilasciato. No, avrebbe ricevuto una sua chiamata, non certo un breve messaggio di Margarita. E poi il vecchio Vania deve scontare ancora un paio d'anni. Inutile sognare ad occhi aperti.
Varcata la soglia del Chaika Bar, Sergej sbatte un paio di volte le palpebre per abituarsi alla semioscurità ed osserva la sala. Nonostante sia l'ora di punta per i bar, non c'è uno straccio di cliente; a parte il barista, solo Margarita e Anatoli siedono in un angolo. Che palle, c'è anche quel pallone gonfiato pensa, togliendosi la giacca ed alzando una mano per accennare un saluto. La spacciatrice alza la testa, gli sorride ed indica una sedia.
"Tu ha detto che era richiesta mia presenza" esclama Sergej, appoggiando con cura la giacca allo schienale e sedendosi composto. "Cosa è tanto importante da interrompere miei esercizi su brano di Rachmaninov?"
"Noi spiega tutto" esclama Margarita, "non appena arriva anche Pavlov".
Sergej socchiude gli occhi, poi si volta quando sente la porta aprirsi. L'ex atleta attraversa zoppicando la sala, afferra una sedia e si accomoda tra la spacciatrice ed il corriere. "Voi ha richiesto mia presenza, io è qui".
"Bene" esclama Anatoli appoggiando le spalle allo schienale ed allungando le gambe. "Noi ha bisogno di supporto per piccolo lavoretto".
I due russi fissano il corriere senza proferir parola, in attesa di sentire di che lavoro si tratta.
"Noi deve prendere carico di armi di Famiglia Petrov".
Pavlov abbassa lo sguardo e sospira. "Voi vuole veramente fare ciò?"
"Io conosce nome di Petrov" commenta Sergej, cercando di ricordare il contesto in cui ha sentito nominare questa Famiglia. "Se io non sbaglia, noi non è amici di Petrov... noi sopporta loro, da?"
"Beh, sua figlia di diciotto anni no è male" commenta l'ex atleta, lanciando un'occhiata di sottecchi al pianista. Anatoli osserva divertito la scena, immaginando dove il russo voglia andare a parare.
"Io non ha mai accennato a figlia di Petrov" ribatte Sergej, guardando interdetto Pavlov.
"Finché sta zitta è simpatìca" esclama l'ex atleta, allargando le braccia. "Ragazza non è brava con parole, ma ci sa fare con bocca!"
Anatoli e Margarita scoppiano a ridere quando Sergej, cogliendo l'allusione, arrossisce.
"Tu espone situazione" esclama la spacciatrice rivolta al corriere, poi si alza di colpo. "Io ha bisogno di riga di coca".
"Perché tu allontana?" ribatte Pavlov. "Tu può fare qui, su tavolo".
Margarita lancia un occhiata al volto ancora paonazzo di Sergej, poi scuote la testa. "Io preferisce intimità di bagno" esclama, dirigendosi verso il retro del locale.
Anatoli osserva il fondoschiena della spacciatrice sparire dietro la porta a spinta che dà sulla cucina, quindi si volta e osserva i due russi. "Ieri Margarita e io ha avuto piacere di conoscere Arthur, fratello di Alexei. Lui ha proposto noi lavoro semplice. Noi deve entrare in casa di Petrov, ammazzare tutti, rubare carico di armi e rivendere. Ah, lui ha detto che noi non doveva avvisare Famiglia di suo piano di merda. Noi però tiene a nostro culo, quindi noi ha discusso di lavoro con Alexei. Io viene da esperienza di ambasciata, io sa quando piano è destinato a fallire".
Sergej sospira nel sentir nominare per l'ennesima volta il passato del corriere, ma evita di commentare.
"Io" inizia, poi si corregge quando Margarita si siede accanto a lui, "noi ha chiamato voi qui per definire piano. Se noi non fa filare tutto liscio, noi fa scoppiare guerra di mafia".
"Questa è situazione di merda, non lavoro semplice" commenta Sergej scuotendo la testa.

martedì 9 maggio 2017

0159 - pochi e confusi dettagli

Alexei recupera un sigaro da una scatola sulla scrivania, taglia la testa e se lo ficca in bocca. Dopo averlo acceso con un fiammifero, osserva i tre russi seduti i fronte a lui. "I sa che ieri uomo di Petrov è morto in prigione. Referto parla di suicidio, ma io sa che è stato ucciso".
Anatoli lancia un'occhiata a Margarita che alza le spalle. Nessuno dei due sa dove il capo vuole andare a parare.
"Jack il Grigio ha dispositivo per simulare telefonata da interno di carcere. Voi deve chiamare Famiglia Petrov e fingere di essere informatore. Voi deve dire che ariani ha assassinato loro uomo, così noi svia sospetti da nostra Famiglia. Inoltre noi fotte ariani, buona cosa, da?"
Un sorrisetto illumina il volto del corriere: la trovata del capo è un buon sistema per fregare i Petrov e far finire all'altro mondo un po' di ariani. "Da, ottima idea".
Alexei annuisce, poi tira un'altra boccata dal sigaro. "Voi ha detto che Arthur vuole che voi ruba armi".
"Da" risponde Margarita.
"Io immagina che lui poi rivende carico".
"Da".
"Voi sa chi è compratore?"
I tre russi si guardano interdetti. Nessuno si era chiesto in mano di chi potessero finire le armi. Una leggerezza, dopo quello che è successo con i fondamentalisti qualche tempo fa...
"Niet" ribatte Anatoli, "ma noi sa chi fa da intermediario per vendita di armi".
"Sporco ceceno" sbotta Zoya, senza riuscire a trattenere una smorfia.
"Lui è solo quarto ceceno" puntualizza il corriere, lanciandole un'occhiata.
Zoya sbuffa e distoglie lo sguardo. "Lui è comunque sporco ceceno".
"Voi parla di Popov?" domanda Alexei, osservando impassibile il volto dei suoi uomini.
"Da" ribatte la maîtresse. "Lui non è persona fidata. Lui è pronto a tutto per soldi".
Anatoli si sporge e si avvicina al suo orecchio. "Come fa tu a dire che lui è pronto a tutto per soldi?"
"Lui ha rifiutato mie puttane" ribatte la donna, aggrottando la fronte ed indurendo lo sguardo.
Alexei finge di non notare i discorsi dei due, quindi esala una nuvola di fumo e scarica un lungo cilindro di tabacco carbonizzato nel posacenere. "Da, Popov è libero professionista. Ora voi spiega me piano, così io può dare qualche consiglio".
"... e uomini" aggiunge Margarita, collegandosi alla frase del capo.
"Da, uomini".
"Tu vuole che noi chiama Popov per discutere piano?" chiede la spacciatrice, recuperando il cellulare dalla tasca.
"Niet" ribatte l'uomo, scuotendo la mano. Un filo di fumo si disperde nell'aria, disegnando una sagoma indistinta davanti al suo naso. "Voi ora spiega me piano, io intanto pensa a punizione esemplare per Popov. Lui non ha informato me di lavoro, perciò lui deve pagare per sua arroganza".
Anatoli ghigna pensando alla povera sorte del mercante, poi tira fuori dalla tasca la piantina e spiega la situazione che dovranno affrontare.
"Piano di tuo fratello è sfondare cancello con camion, ammazzare tutti, rubare armi e fuggire. Noi però sta pensando a qualcosa di meno diretto" esclama il corriere, fissando negli occhi Alexei.
"Non è brutto piano" mormora sorridendo il capo.
"Purtroppo noi non è in Russia" ribatte Anatoli, sorridendo di rimando. "Popov ha proposto uso di fosgene, suo amico può procurare noi autobotte".
"Voi ha problema con cancello" commenta Alexei, osservando il disegno della piantina. "Se voi non riesce a centrare villa, voi disperde fosgene per tutto quartiere".
"Da, è parte controversa di piano" ribatte Margarita.
Il capo alza gli occhi ed osserva i suoi tre uomini, in attesa di sentire il resto del piano. "Voi ha pensato solo a questo?"
I tre russi si guardano un po' interdetti, poi Anatoli prende la parola. "Noi ha avuto poco tempo".
"Voi definisce dettagli mancanti, io intanto pensa cosa fare di guadagno di Arthur. Quanto ha proposto voi per lavoro?"
"Tuo fratello ha proposto noi quattr..."
".. ottomila dollari a testa" la corregge Zoya con un largo sorriso.
Alexei fissa la maîtresse e risponde al sorriso. Il suo sguardo, però, è freddo come il ghiaccio. "Io conosce Arthur e pensa che compenso di Margarita è più corretto. Tu vuole giocare con soldi di Famiglia?"