martedì 16 maggio 2017

0160 - chiamata a raccolta

Zoya continua a sorridere, ma un brivido le percorre la schiena. Ha dimostrato a se stessa di tener testa al boss, però ha anche capito che ha tirato un po' troppo la corda. "Niet, io gioca solo con miei soldi. Io non intendeva offendere Famiglia".
Alexei annuisce soddisfatto, quindi sposta lo sguardo su Anatoli. "Voi sa cosa Petrov tiene in magazzino?"
"Arthur dice che carico comprende fucili automatici M4, pistole, mitragliette e anche bazooka".
"Ok, io pensa che voi può prendere cassa di armi per rientrare di spese".
"Io ha sempre sognato di appendere M4 sopra caminetto" esclama il corriere, cercando di suonare sincero. L'arsenale che si apprestano a rubare è buono solo per il mercato nero; nulla può battere la sua fida Tokarev o un Dragunov ben oliato.
Margarita tossisce rumorosamente per attirare l'attenzione dei due russi. "Alexei, tu pensa che noi può chiamare Sergej? Noi serve più aiuto possibile per colpo".
"Da, niet problema" ribatte il russo.
Il sorriso di Anatoli si incrina ed il suo sguardo la trapassa. "Tu vuole davvero chiamare damerino bravo solo a suonare piano? Lui si piscia sotto quando lui accende luce di bagno e vede suo riflesso su specchio!"
"Noi ha bisogno di altri bersagli!" ribatte la spacciatrice, guardandolo con sufficienza. "Noi è troppo pochi".
Anatoli sbuffa, poi annuisce. "Va bene, lui può guidare altro camion. Basta che lui sta distante da uomini con valigia".
Alexei aggrotta le sopracciglia non capendo il riferimento, ma rimane in silenzio e continua ad osservare la discussione. La sua attenzione viene poi attirata dalla suoneria del cellulare di Zoya, che riempie la stanza di musica pop.
La maîtresse osserva perplessa il display, quindi risponde. "Da?"
Gli altri russi nell'ufficio di Alexei non sentono cosa le viene detto, ma intuiscono dallo sguardo della donna che non sono notizie positive.
"Voi scusa me, io deve correre a mio motel" esclama Zoya, fissando il capo come a chiedere il permesso di poter uscire.
"E' problema grave?" chiede Alexei, senza dimostrare la minima preoccupazione. "Tu ha bisogno di uomini?"
"Niet" ribatte la maîtresse. "Io spiega te quando io ha risolto. Io spera di finire prima di colpo" aggiunge, notando il disappunto negli occhi di Margarita.
Quando la donna esce, la spacciatrice sbuffa e prende il cellulare per mandare un messaggio a Sergej. Dopo un momento, inoltra lo stesso messaggio a Pavlov, pur sapendo che l'ex atleta ultimamente è impegnato in altri affari.

Sergej osserva il cielo terso sopra Boston, godendosi per un momento il tocco caldo del sole, poi attraversa la strada e si dirige verso il locale della Famiglia Antonovich. Il messaggio della spacciatrice era chiaro: presentarsi al Chaika Bar a mezzogiorno. Nessuna spiegazione sul motivo della convocazione e, soprattutto, nulla sul perché sia necessaria la sua presenza. Forse suo zio è stato rilasciato. No, avrebbe ricevuto una sua chiamata, non certo un breve messaggio di Margarita. E poi il vecchio Vania deve scontare ancora un paio d'anni. Inutile sognare ad occhi aperti.
Varcata la soglia del Chaika Bar, Sergej sbatte un paio di volte le palpebre per abituarsi alla semioscurità ed osserva la sala. Nonostante sia l'ora di punta per i bar, non c'è uno straccio di cliente; a parte il barista, solo Margarita e Anatoli siedono in un angolo. Che palle, c'è anche quel pallone gonfiato pensa, togliendosi la giacca ed alzando una mano per accennare un saluto. La spacciatrice alza la testa, gli sorride ed indica una sedia.
"Tu ha detto che era richiesta mia presenza" esclama Sergej, appoggiando con cura la giacca allo schienale e sedendosi composto. "Cosa è tanto importante da interrompere miei esercizi su brano di Rachmaninov?"
"Noi spiega tutto" esclama Margarita, "non appena arriva anche Pavlov".
Sergej socchiude gli occhi, poi si volta quando sente la porta aprirsi. L'ex atleta attraversa zoppicando la sala, afferra una sedia e si accomoda tra la spacciatrice ed il corriere. "Voi ha richiesto mia presenza, io è qui".
"Bene" esclama Anatoli appoggiando le spalle allo schienale ed allungando le gambe. "Noi ha bisogno di supporto per piccolo lavoretto".
I due russi fissano il corriere senza proferir parola, in attesa di sentire di che lavoro si tratta.
"Noi deve prendere carico di armi di Famiglia Petrov".
Pavlov abbassa lo sguardo e sospira. "Voi vuole veramente fare ciò?"
"Io conosce nome di Petrov" commenta Sergej, cercando di ricordare il contesto in cui ha sentito nominare questa Famiglia. "Se io non sbaglia, noi non è amici di Petrov... noi sopporta loro, da?"
"Beh, sua figlia di diciotto anni no è male" commenta l'ex atleta, lanciando un'occhiata di sottecchi al pianista. Anatoli osserva divertito la scena, immaginando dove il russo voglia andare a parare.
"Io non ha mai accennato a figlia di Petrov" ribatte Sergej, guardando interdetto Pavlov.
"Finché sta zitta è simpatìca" esclama l'ex atleta, allargando le braccia. "Ragazza non è brava con parole, ma ci sa fare con bocca!"
Anatoli e Margarita scoppiano a ridere quando Sergej, cogliendo l'allusione, arrossisce.
"Tu espone situazione" esclama la spacciatrice rivolta al corriere, poi si alza di colpo. "Io ha bisogno di riga di coca".
"Perché tu allontana?" ribatte Pavlov. "Tu può fare qui, su tavolo".
Margarita lancia un occhiata al volto ancora paonazzo di Sergej, poi scuote la testa. "Io preferisce intimità di bagno" esclama, dirigendosi verso il retro del locale.
Anatoli osserva il fondoschiena della spacciatrice sparire dietro la porta a spinta che dà sulla cucina, quindi si volta e osserva i due russi. "Ieri Margarita e io ha avuto piacere di conoscere Arthur, fratello di Alexei. Lui ha proposto noi lavoro semplice. Noi deve entrare in casa di Petrov, ammazzare tutti, rubare carico di armi e rivendere. Ah, lui ha detto che noi non doveva avvisare Famiglia di suo piano di merda. Noi però tiene a nostro culo, quindi noi ha discusso di lavoro con Alexei. Io viene da esperienza di ambasciata, io sa quando piano è destinato a fallire".
Sergej sospira nel sentir nominare per l'ennesima volta il passato del corriere, ma evita di commentare.
"Io" inizia, poi si corregge quando Margarita si siede accanto a lui, "noi ha chiamato voi qui per definire piano. Se noi non fa filare tutto liscio, noi fa scoppiare guerra di mafia".
"Questa è situazione di merda, non lavoro semplice" commenta Sergej scuotendo la testa.

14 commenti:

Mr. Mist ha detto...

"Noi ha bisogno di altri bersagli." questa frase si merita come minimo una candidatura al Golden globe! XD
E finalmente all'orizzonte si delinea un po' d'azione.
Sono rimasto però un po' spiazzato quando Anatoli racconta a Sergej e Pavlov che hanno conosciuto Arthur "ieri", sarà che 'sta cosa dell'assalto è in ballo, ma dall'incontro con Arthur alla decisione di vuotare il sacco con Alexei credvo fosse passato più di un giorno.

andrea ha detto...

Può essere che mi sia sbagliato, forse ne sono passati due... non avevo voglia di andare a controllare XD

Nicholas ha detto...

Si anche a me il tempo sembrava più dilatato ma immagino che sia perchè sono successe un sacco di cose.
E mi sa che devono succederne ancora prima di arrivare nel vivo dello scontro...

andrea ha detto...

Ripensandoci, forse sono passati due giorni. Mi sono basato su quel che effettivamente ha detto Anatoli XD

andrea ha detto...

Comunque penso taglierò alcune parti, tipo tutti i discorsi ripetuti... bisogna snellire! =D

Ammetto che è stata un'avventura in cui si è discusso molto.

Nicholas ha detto...

Un grande classico, giusto ieri i pg discutevano su come affrontar eil finale di un'avventura di complotti da smazzare entro la festa serale.
DM "vi svegliate, ci son i preparativi epr la festa tutto intorno a voi"
Giocatori discutono per 5 minuti buoni.
DM "È il primo pomeriggio!"
Che se non non finiscono mai :D

andrea ha detto...

Faccio fatica a "pressare" i giocatori, anche perché spero sempre che se ne escano con un'idea geniale. Spesso succede, a volte no... ma non voglio perdermi quei momenti! =)

Mr. Mist ha detto...

Il "Brain storming" è fondamentale anche per me!

Nicholas ha detto...

Si, è divertente, infatti non è che lo banno, però mi piace anche che il gdr abbia una dimensione più "reale", nel senso che se i pg hanno il tempo di sviscerare ogni possibile opzione spesso parlando tra di loro (anche se i pg non sono nello stesso luogo) o ragionando a lungo quando non sarebbe possibile (tipo in un combattimento o in un colloquio con qualcuno) il gioco assume più i contorni di un videogioco dove metti "pausa" e ti valuti tutte le opzioni, in pratica è come se i pg non sbagliassero mai.
Viceversa ci sono situazioni in cui pressando i pg come se fosse una situazione più "reale" i pg prendono decisioni anche non perfette che però possono dare spunti di gioco interessanti.

Giusto l'altra sera un giocatore aveva pochi minuti prima del discorso finale di un importante png e doveva decidere se salire lui sul palco e dichiararsi colpevole di un delitto non commesso per appoggiare una fazione e avere la grazia, oppure rimanere in disparte e lasciare che il complotto facesse il suo corso.
Non gli ho lasciato più di qualche minuto per decidere con le due parti che gli lanciavano occhiate eloquenti, altrimenti i giocatori sarebbero stati li a sviscerare la rava e la fava di ogni possibile sfumatura della scelta ma, se la situazione fosse stata reale il pg sarebbe stato li, da solo, a decidere in pochi minuti il suo destino e quello di un regno, senza poter farsi tanti pensieri, e ho cercato di replicarlo in game.

andrea ha detto...

E' una tecnica molto valida ed interessante, che però non riesco ad applicare spesso. Forse perché non metto molto spesso situazioni in cui è necessaria una scelta/decisione (fare o non fare, parlare o stare zitti, etc).

Quelle volte in cui l'ho fatto, però, sono uscite scene molto interessanti! =)

Nicholas ha detto...

Chiaramente ognuno ha il suo stile di gioco, va detto che questa accelerazione è stata fatta con l'inizio della nuova campagna, alla fine della vecchia abbiamo discusso di cosa andava e di cosa si poteva cambiare e molti giocatori hanno puntato il dito sui tempi a volte troppo dilatati, al che ci siamo decisi che avremmo fatto qualcosa per migliorarli: i giocatori si impegnano a non discutere troppo (ad esempio spesso dicono "si ma non speculiamo su cose che non sappiamo") e il DM a rendere più veloci le tempistiche e impostare le missioni con situazioni che si sposino meglio a un gioco veloce.

Per dire anche le stesse campagne sono cambiate, d&d -> 7 anni, wh -> 2,5 anni.

Ma appunto è uno stile di gioco adatto a noi, non il migliore, solo quello con cui ci troviamo meglio.

andrea ha detto...

Campagne lunghette, vedo! =)

Nicholas ha detto...

Stiamo cercando di accorciarle :D

Mr. Mist ha detto...

Il brian storming, come ogni strumento è valido se adoperato in un contesto appropriato altrimenti rischia di ritorcersi contro chi lo usa; in gioco rendendo appunto le situazioni più vicine ad un videogame e quindi meno realisitiche, anche se si potrebbe obiettare che a volte un altissimoo valore d'intelligenza di alcuni personaggi permette loro di arrivare in breve tempo a conclusioni che i normodotati raggiungono solo dopo ore di ragionamenti e calcoli (ma già così il concetto è tirato per i capelli), e fuori nel tempo dei giocatori dove lunghi ragionamenti conditi da qualche bella pippa mentale dilatano le azioni e si passano le serate facendo poco ed annoiandosi molto, fatto in cui sono incappato sia come master che come giocatore.