martedì 29 novembre 2016

0141 - servizio a pagamento

Davanti al motel di Zoya sono parcheggiate una mezza dozzina di utilitarie, tra cui spicca la forma di una BMW sportiva. Alcune finestre sono illuminate, segno che qualche incauto viaggiatore sta usufruendo delle stanze per la notte.
"Dieci dollari che quella è macchina di Arthur" esclama Anatoli, indicando la macchina.
"Niet scommesse" borbotta Margarita, "io non è Zoya".
La spacciatrice scende e osserva Anatoli dirigersi sul retro, quindi varca l'ingresso del motel e si dirige verso la porta che dà sulle stanze private, dedicate alla principale attività della maîtresse.
Zoya è dietro al bancone, intenta a limarsi le unghie. "Priviet, Margarita! Arthur è arrivato mezz'ora fa, ha chiesto due ragazze e si è accomodato in stanza. Noi deve attendere" esclama senza alzare gli occhi dalle sue dita.
"Niet problema" ribatte la donna, sedendosi su una poltroncina e cominciando a sfogliare un giornale vecchio di mesi. "Tu non ha cazzo di giornali più recenti?"
"Nessuno viene qui per leggere" ribatte la maîtresse.
Quando Anatoli spalanca la porta, lo sguardo di Zoya si alza e incrocia quello del russo. "Priviet, Anatoli! Tu è qui per tua seconda volta? Io ha ragazza giusta per te, lei ha insegnato a parecchi ragazzi arte di amore".
Anatoli, dopo aver accenna un saluto in direzione dei due buttafuori che attendono accanto all'ingresso, si appoggia al bancone e guarda storto la maîtresse. "Tu ha cinque minuti?"
"Io in cinque minuti beve caffè" risponde ridendo la donna, "tu in 5 minuti che fa?"
Margarita esplode a ridere, cominciando a battere i piedi e tenendosi la pancia con le mani. Anatoli distoglie lo sguardo ed inizia a guardare per terra, iniziando mentalmente a contare per calmarsi. Arrivato a dieci, allunga di scatto la mano, afferra il braccio di Zoya e la allontana dal bancone, quindi la trascina verso una delle porte che danno sulle camere. I due buttafuori si muovono all'unisono verso i due, ma la maîtresse alza un mano e indica loro di fermarsi. "Se tu non paga, io dice a miei uomini di sbattere te fuori".
"Io non ha mai detto che io non paga" replica Anatoli, appoggiando un rotolo di banconote sul bancone. "Cento dolari basta?"
Zoya prende i soldi, li conta e poi se li infila nella tasca posteriore dei jeans. "Per cento dolari io scopa anche mio cugino" replica con un sorriso malizioso.

Quando i due spariscono all'interno di una camera, Margarita si appoggia allo schienale della poltrona, infila una mano nella tasca interna della giacca ed estrae una bustina piena di polvere bianca. Dato che io deve aspettare comodi di tutti, tanto vale farsi riga! pensa, versando un po' del contenuto sul tavolo, sminuzzando la polvere con una carta di credito e formando due righe. Dopo averci pensato un po', ne separa una parte e allinea una terza riga.
Una voce le fa sollevare il capo. "Tu ha pessimo vizio" esclama Arthur, avvicinando una sedia ed appoggiandosi allo schienale. A torso nudo e con la camicia e la giacca sotto il braccio, appare decisamente in forma: nessun filo di grasso, nessuna cicatrice o tatuaggio, solo muscoli guizzanti messi in mostra e resi lucidi da un sottile velo di sudore.
Margarita ammira il suo corpo atletico del ragazzo, poi si china e aspira in un solo passaggio l'ultima riga di cocaina. "Da, pessimo vizio" ammette, scrollando le spalle.
Arthur fa un cenno alle due guardie di Zoya, quindi si dirige verso una saletta privata facendo cenno alla spacciatrice di seguirlo. "Dove è tuo amico pilota?"
"Lui sta dimostrando a Zoya che lui non è finocchio" spiega la donna, accomodandosi su una sedia. "O almeno io crede".
"Se tuo amico scopa come guida macchina, lui non dovrebbe avere problemi" ridacchia Arthur, appoggiando la giacca su un divanetto ed iniziando ad abbottonarsi la camicia. Dopo essersela infilata nei pantaloni, recupera un pacchetto di sigarette e se ne accende una.
Margarita non può far altro che rispondere con un sorriso.

martedì 22 novembre 2016

0140 - intruso in casa

Le note della quinta sinfonia di Beethoven esplodono nella camera di Anatoli, rimbalzando sulle pareti e facendo vibrare un quadro appeso alla parete. Il corriere piega lentamente la testa, apre un occhio e guarda l'ora: le sette di mattina. Dopo aver spostato le coperte ed essersi seduto sul bordo del letto, chiude gli occhi e s'improvvisa direttore d'orchestra, tenendo il ritmo con le mani e la testa. Alla prima pausa spalanca le palpebre e, sorridendo, mette a tacere la sveglia.
Dopo essersi infilato un paio di pantaloni, recupera il cellulare che sta vibrando; sul display compare il nome di Margarita.
"Priviet, Margarita!" esclama il corriere, gettando uno sguardo fuori dalla finestra. L'azzurro del cielo è velato da uno strato di nubi, ma sembra che per oggi si riesca ad evitare la pioggia.
"Priviet, Anatoli" ribatte la spacciatrice con la voce ancora impastata di sonno. "Questa sera noi ha appuntamento con Arthur. Tu può dare me passaggio?"
Il russo, senza staccare il cellulare dall'orecchio, si volta verso il salotto: un eco della telefonata proviene dall'altra stanza. Recupera istintivamente la pistola da sotto il cuscino ed esce dalla camera, puntando la canna di fronte a sé.
Margarita, distesa sul suo divano, gli dà le spalle. Anatoli socchiude gli occhi ed esala un lento respiro quando nota che la donna non si è tolta le scarpe ed ora i suoi tacchi sono appoggiati sul suo cuscino preferito.
Con un gesto disinvolto si infila la pistola nella cintura, poi entra in punta di piedi in salotto, si avvicina al bracciolo e si piega per entrare nel campo visivo della donna. "Cazzo tu fa in casa mia?" urla di colpo, senza staccare il cellulare dall'orecchio.
Margarita trema per lo spavento, e riesce ad evitare di cadere solo aggrappandosi allo schienale del divano. Dopo essersi guardata un attimo attorno, torna a fissare lo sguardo torvo di Anatoli ed accenna un sorriso. "Io aveva ospiti" si scusa, evitando di aggiungere altri particolari.
Anatoli scuote la testa, ma non fa domande; la spacciatrice ha sempre detto di vivere da sola, quindi è evidente che si tratta di una bugia. Non che gli importi: gli affari della donna non gli interessano, a meno che non lo riguardino in prima persona. Con un paio di passi si sposta verso il portoncino blindato e controlla la serratura. "Come tu ha fatto a entrare?"
"Io ha trovato tua chiave di riserva" risponde Margarita, indicando con un cenno della testa il tavolo alla sua sinistra.
Anatoli si avvicina, recupera la chiave e se la infila in tasca. "Io deve trovare nascondiglio meno ovvio" borbotta, avviandosi verso il bagno.
"Tu non ha risposto" esclama Margarita, strofinandosi gli occhi con i polsi. "Tu dà me passaggio?"
La voce del russo le giunge attutita, parzialmente coperta dal getto di un rubinetto. "Da, niet problema. Però Arthur non ha ancora scritto orario e luogo di appuntamento".
"Tu non ha visto messaggio?" domanda la donna, afferrando il cellulare ed aprendo l'SMS. "Arthur dice che noi va di Zoya stasera. Ore nove".
Anatoli esce dal bagno strofinandosi il volto con un asciugamano, poi fissa la spacciatrice. "Bene, stasera ore nove. Io ora va a correre, poi ha altro impegno".
"Da, da, io capisce" ribatte Margarita, distendendosi di nuovo sul divano. "Io allora può dormire ancora qualche ora".
Anatoli torna in salotto con una felpa col cappuccio ed un paio di pantaloni leggeri. "Da, tu può dormire qui" esclama sedendosi su una sedia per finire di allacciarsi le Adidas, poi fissa duramente la donna. "Ma se tu vuole ancora avere tuoi piedi attaccati a tue gambe, tu toglie immediatamente scarpe e mette di fianco di porta" aggiunge in tono categorico.
"Vaffanculo tu e tue cazzo di regole" bofonchia Margarita, slacciandosi le scarpe e piegando il braccio per lanciarle in direzione del portoncino. Un rapido sguardo all'espressione del corriere e la sua mano si blocca; sbuffando si alza e le allinea sotto all'attaccapanni. "Che palle" sbuffa la donna, distendendosi poi di nuovo sul divano.
Anatoli si avvia sorridendo verso l'uscita, quindi si chiude la porta alle spalle ed inizia a scendere le scale.

Anatoli ferma la nuova berlina che gli ha fornito Jacob, una Crysler 300 blu, sotto l'appartamento di Margarita, spegne i fari e, dopo aver lanciato un'occhiata ad un paio di ragazzi che fanno evoluzioni con lo skateboard salendo e scendendo da una panchina sul marciapiede, le fa uno squillo.
Un paio di minuti più tardi, la spacciatrice apre la portiera e si accomoda sul sedile del passeggero; Anatoli ingrana la prima e si immette nel traffico, diretto al motel di Zoya. "Tu ricorda che io ha preso portafoglio a motociclista, ieri?" esclama, indicando con l'indice il cassetto del cruscotto. La donna lo apre e recupera un logoro portafoglio di pelle nera.
"Da, tu ha scoperto chi era?" commenta aprendo le varie tasche e controllandone il contenuto.
"Hans Edwards, membro di fratellanza ariana" ridacchia il corriere senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Margarita si volta di scatto, gli occhi spalancati ed un'espressione sorpresa sul volto. "Fratellanza ariana?"
"Da, forse loro non cercava Arthur" commenta Anatoli. "Io pensa che loro seguiva me".
La spacciatrice fruga nella tasca principale ed estrae un paio di banconote. "Solo venti dollari. Io propone di comprare bottiglia e brindare a loro salute".
Anatoli sorride ed annuisce. Gli ariani che hanno fatto arrestare saranno ormai diretti verso il villaggio-vacanze di Guantanamo, e di sicuro avranno bisogno di molta fortuna per non finire in una fossa comune. Il governo non scherza con chi viene trovato in possesso di un carico nucleare.

martedì 15 novembre 2016

0139 - il pacco viene consegnato

I russi seguono Arthur attraverso le cucine, fermandosi spesso per i saluti di rito. Il cuoco promette al ragazzo una doppia dose del suo piatto preferito, mentre uno degli sguatteri corre fuori e ritorna poco dopo con un largo bicchiere di cristallo pieno di vodka.
"Spassiba, Makar" esclama sorridendo, poi vuota il tumbler tutto d'un fiato. Notando lo sguardo sofferente di Margarita, appoggia il bicchiere su uno dei tavoli e si dirige nel seminterrato.

"Arthur!" esclama Alexei, abbracciando il fratello e dandogli forti pacche sulla spalla.
"Finalmente io è tornato" esclama il ragazzo, scostandosi dall'abbraccio e accomodandosi sul divano. Quando tutti hanno preso posto, Alexei si informa sull'esperienza della galera e gli chiede se si è tenuto fuori dai guai.
"Da, da, io è stato tranquillo" risponde Arthur con un sorriso, senza fare accenni all'inseguimento. "Io ora è molto stanco, io ha bisogno di notte di sonno su vero letto. Brande di prigione è troppo dure per mia schiena".
Alexei annuisce, poi guarda gli altri russi presenti nella stanza. "Spassiba, ora voi è liberi di tornare a vostri affari. Io chiama voi quando io ha bisogno".
"Dasvidania, Alexei" mormora Margarita, alzandosi velocemente ed uscendo dalla stanza. Zoya ed Anatoli salutano il capo ed escono con Arthur fermandosi di fronte alla porta socchiusa della stanza di fronte; dall'interno giunge il battere ritmico di una lametta su una superficie metallica, seguito dal risucchio della droga sniffata. La spacciatrice compare subito dopo con qualche ssegno bianco attorno alle narici. "Io sta decisamente meglio! Ora io deve tornare a mie vendite. Anatoli, tu accompagna me?"
"Da" ribatte il corriere. "Tua zona è di strada".
"Tu dà passaggio anche a me?" chiede Zoya. "Io deve trovare amici in China Town".
"Ancora poker?" chiede Anatoli. "Quanto tu ha perso scorsa settimana?"
"Io non ha perso" risponde piccata la russa. "Io ora è passata a dadi! Io è molto fortunata".
"Come tu crede, denaro è tuo" mormora il russo, scuotendo la testa ed avviandosi su per le scale.
Una volta lontano dalle orecchie del fratello, Arthur si accosta al gruppo e si fa dare i loro numeri di cellulare. "Io chiama voi domani, così noi parla di lavoro".
Anatoli lancia un'occhiata alle due russe e poi fa un cenno di assenso. "A domani" saluta, dirigendosi poi verso il retro del locale per parlare con Jacob e farsi prestare una macchina.

martedì 8 novembre 2016

0138 - gli specchietti sono sopravvalutati

"In prigione io ha trovato pollo che non sa chi sono io" spiega Arthur, sorridendo divertito. "Io ha  saputo dove è tenuto carico di armi. Io ha già contatto interessato ad acquisto".
"E se tuo fratello scopre che tu ha assaltato deposito senza dire niente lui?" chiede dubbiosa Zoya. "Noi finisce in merda, da?"
"Io consegna soldi a Famiglia!" esclama il ragazzo. "Loro sarà contenti di avere entrata inaspettata!"
"Ah, tu vuole fare regalo..." mormora sarcastica la maîtresse.
"Da! Dopo che io ha pagato voi" aggiunge Arthur facendole l'occhiolino.
"Intanto noi porta te a Chaika Bar" si intromette Anatoli. "Tu saluta tuo fratello e sta con tua famiglia. Noi parla di lavoro domani sera in riunione privata".
"Se voi vuole, io ha stanza in mio motel" propone Zoya.
"Tu intende tuo bordello?" chiede il corriere, voltandosi a guardare la donna con un sorrisetto di scherno.
"Bordello! Da! Io è sei mesi che non vede donna!" esclama Athur, facendo scorrere le dita sulla gamba della maîtresse e spingendosi sotto la gonna.
"Tu prima procura soldi" sibila lei con un sorriso tirato, pizzicandogli il dorso della mano e allontanandola dalle sue parti intime. "Poi tu può vedere tante donne!"
"Niet problema!" esclama ridendo il ragazzo.
Anatoli osserva divertito lo scambio di battute sul sedile posteriore, poi con la coda dell'occhio vede lo sguardo teso della spacciatrice. "Margarita? Problemi?"
La russa realizza in quel momento che il suo corpo, spossato dall'inseguimento, sta vibrando per l'astinenza da cocaina. "Niet, io sta bene" balbetta senza voltarsi, poi si concentra sulla strada. Manca poco a locale, io può aspettare.
La spacciatrice quasi non si accorge dei passanti che si voltano a guardare la berlina dalla fiancata martoriata sfrecciare lungo la strada principale; quando vede l'insegna del Chaika Bar, rallenta bruscamente e svolta nel vicolo che conduce sul retro. Un paio di uomini che stanno fumando davanti alla porta portano istintivamente le mani alle pistole infilate nella cintura, poi si rilassano quando si accorgono di chi è seduto al volante. Mentre Margarita spegne il motore, Anatoli smonta dalla macchina e fa un cenno di saluto.
"Voi ha spinto autoarticolato fuori strada?" chiede Ivan, guardando la lamiera contorta della fiancata, i graffi sulle portiere ed il parafango anteriore che, senza più nulla a tenerlo attaccato al telaio, ondeggia e minaccia di cadere a terra.
L'altro uomo, Jacob, gira attorno alla berlina e si ferma davanti al baule posteriore, ammirando il lunotto incrinato ed i segni sul bagagliaio dove ha impattato la moto. "Guarda, Ivan!" esclama divertito. "Loro ha anche investito grosso cervo in retromarcia!"
"Da, da" replica Anatoli sorridendo. "Margarita stava facendo manovra e non ha guardato specchietti".
Margarita lancia un'occhiata torva al corriere e si avvicina alla porta, stringendo e rilassando nervosamente le dita della mano destra. "Tu stava guidando, io tentava solo di non far ribaltare macchina".
Arthur scende e saluta i due uomini, poi sussurra qualcosa all'orecchio di Jacob. L'uomo annuisce e poi si rivolge ad Anatoli. "Voi entra pure, noi intanto fa sparire macchina".
"Spassiba" replica il russo, aprendo la porta e facendo entrare gli altri. Dopo un'ultima occhiata alla sua fidata berlina, si chiude la porta alle spalle.

martedì 1 novembre 2016

0137 - alleviare la tensione

"Voi è come supereroi!" grida Arthur, sprofondando nel sedile e scoppiando poi in una grassa risata. "Voi è grandi!" aggiunge alla fine.
"Spassiba" mormora Anatoli, accettando i complimenti con un cenno del capo. "Molto gentile".
Anche Zoya sorride al giovane mafioso, dimenticandosi per un momento della sua mano che si appoggia sulla sua coscia e risale verso l'inguine, poi recupera un pacchetto di sigarette dalla borsetta e se ne accende una. Margarita allunga la mano e la maîtresse gliene allunga una. Dopo le prime boccate, l'abitacolo si riempie velocemente di fumo; il corriere abbassa infastidito il finestrino, ma non dice nulla. Inutile riprendere le due donne, la macchina ormai è buona solo per lo sfasciacarrozze.
Arthur riprende il controllo di sé e si asciuga il sudore con un fazzoletto immacolato. "Io ha proposta per voi" esclama, sorridendo a Zoya e guardando Anatoli e Margarita attraverso lo specchietto retrovisore.
"Prima noi finisce lavoro" lo interrompe la spacciatrice, azionando la freccia ed infilandosi in una laterale, "poi noi discute di tua proposta".
"Tu lascia parlare Arthur" esclama il corriere, "noi ha ancora qualche minuto per raggiungere Chaika Bar".
"Voi vuole fare soldi facili?" domanda il ragazzo.
"Da" esclama immediatamente Zoya, facendo un cenno eloquente con la testa. Per quanto il bordello frutti abbastanza, la fame di denaro della russa non accenna a placarsi.
Un rumore metallico invade l'abitacolo, attirando gli sguardi preoccupati degli occupanti della berlina. La mano di Margarita lascia il volante e corre istintivamente al calcio della pistola, ma Anatoli le fa cenno di no con la testa. "Niet paura, noi ha solo perso copricerchio" mormora dopo una fugace occhiata allo specchietto laterale.
Il commento suscita uno scoppio di risa, le schiene si rilassano e tutti guardano fuori per riprendere il controllo mentre i loro corpi si liberano della scarica di adrenalina pompata dal cuore durante l'inseguimento.
"Io in prigione ha saputo di lavoretto facile facile" continua Arthur, riprendendo il filo del discorso. "Voi non deve parlare di questo a Alexei, io vuole far vedere a mio fratello che io è ancora capace di fare grande lavoro per Famiglia".
Ragazzino vuole dimostrare quanto vale pensa Zoya sospirando. Questo vuole dire che sua proposta è grande inculata e che noi finisce in grossi casini.
"Io ha visto tanti film iniziare così" mormora Anatoli, guardando i palazzi che scorrono accanto alla macchina. E tutti finisce decisamente male.
"Tu parla di porno?" chiede la maîtresse, dando un colpetto al sedile anteriore.
"Niet, io non intendeva quel genere di film".
"Lui non guarda porno, lui non va con donne... lui è strano" esclama divertita Margherita.
"Da, molto strano" le fa eco Zoya.
"Tu non diceva così l'altro giorno in bar di centro" sibila Anatoli, lanciandole un'occhiataccia.
"Ah, quella non era tua prima volta?" ridacchia la spacciatrice, suscitando le risate della maîtresse. Arthur sorride incuriosito, senza riuscire a capire le allusioni dei suoi compagni di viaggio.
"Noi riparla di questo dopo che noi ha finito lavoro" sussurra il corriere evitando di incrociare lo sguardo della russa. Margarita osserva la rigidità delle sue spalle e le sue dita che si contraggono. Meglio evitare ulteriori commenti. Dopo un'occhiata allo specchietto retrovisore, ritorna seria. "Di quanti soldi tu stava parlando?"
"Lavoro frutta voi due o tremila dollari a testa" ribatte Arthur, tamburellando le dita sulla pelle liscia della gamba di Zoya.
"Io ci sta" esclama la russa, appoggiando la mano sopra quella del ragazzo. "Tu può essere più specifico su tipo di lavoro?"