martedì 19 luglio 2016

0122 - saldare il debito

Sergej si accomoda accanto alla spacciatrice ed allunga le gambe sotto al tavolo mentre Philip, imbarazzato dalla presenza di due estranei, continua a martoriarsi le mani con l'unghia del pollice.
Anatoli, dopo aver constatato che nel bar ci sono solo un paio di avventori al banco in attesa del caffè da asporto e nessuno di questi è interessato a loro, fa un cenno ad una cameriera e poi si siede.
"Philip, ora tu prende tuo cellulare e contatta questo numero, poi..."
"Calma, Margarita" la interrompe Anatoli. "Prima lui beve suo caffè, poi noi parla di affari".
"Da, giusto" conviene la donna. "Noi discute tranquilli di come lui può ripagare suo debito".
Lo studente impallidisce, stringe i pugni e poi distende le dita. Quando si accorge di essersi involontariamente ferito, recupera un fazzoletto e se lo avvolge attorno all'indice, fermando la piccola perdita di sangue che fuoriesce dal piccolo taglio dove un tempo si trovava una pellicina sporgente.
Una delle cameriere si avvicina, afferra un block notes ed una penna dal grembiule e prende le ordinazioni. Dopo qualche minuto ritorna e deposita sul tavolo alcune tazze di caffè. Philip afferra la sua e inizia a sorseggiarne il contenuto, soffiando sulla superficie per evitare di ustionarsi la lingua.
"Tu deve telefonare di persona" riprende la spacciatrice, dopo aver assaporato il liquido nero e completamente amaro. "Io non conosce, tu non conosce. Però tu deve offrire lui armi che lui sta cercando e convincere lui a comprare di te. Nostro accento è troppo marcato".
Philip appoggia la tazza sul tavolo, poi alza timidamente gli occhi ed incontra lo sguardo della donna. "E se questo mi chiede chi sono e dove ho recuperato le armi?"
Margarita lancia un'occhiata interrogativa ad Anatoli, che risponde con una scrollata di spalle; la responsabilità di rendere la storia verosimile è sua, ha ideato lei il piano ed ha voluto lei usare Philip come intermediario. Che si arrangi.
"Tu dì che tu ha sentito uomini parlare in palestra" propone la spacciatrice, guardando la reazione dei suoi compagni con la coda dell'occhio.
La testa di Anatoli si muove lentamente a destra ed a sinistra in segno di diniego. "Niet accenni a palestra. Tu vuole mettere nostro compagno in mezzo a casini?"
"Da, da" annuisce Margarita. "Cosa voi dite di amici fuori di chiesa battista?"
"Questa è buona idea" mormora Sergej, sorridendo poi a Philip. Il ragazzo, visibilmente sulle spine, gli fa pena: sa cosa si prova ad essere costretti a fare qualcosa che non si vorrebbe mai fare solo perché la vita ti ha fatto finire in un brutto giro. Una parte di lui vorrebbe prenderlo per un braccio, accompagnarlo fuori e dirgli di tornarsene a casa; un'altra parte, quella lucida, quella resa dura dalle recenti esperienze, sa però che questo non risolverebbe il problema. Anzi, potrebbe anche essere peggio. Ci sarebbe bisogno di un altro intermediario. E se si rivelasse più disperato di Philip?
Il giovane sospira, poi lentamente alza la testa. La luce nei suoi occhi è cambiata, non è più quella di un ragazzo impaurito. Lo sguardo ora è serio, deciso, è un uomo determinato a percorrere una strada difficile e ad affrontarla a testa alta, anche se fa paura.
"Avete un nome che posso fornire ai possibili compratori?" mormora alla fine. Non c'è alcun tremore nella sua voce.
Anatoli accenna un sorriso. Ha già visto succedere qualcosa di simile, in passato, durante il lavoro sotto copertura in Europa; quando o costringevi qualcuno ad aiutarti o eri un uomo morto. E' una reazione che ha sempre trovato affascinante, quasi degna di rispetto. Non ha mai stilato classifiche, ma quei contatti che hanno reagito così se la sono cavata meglio degli altri. Hanno mantenuto il sangue freddo, la lucidità necessaria. Non tutti sono sopravvissuti. Molti però ce l'hanno fatta, hanno portato a casa la pelle. "Da, noi ha nome".
"Da" inizia a ridacchiare Margarita. "Nome di morto!"
Philip impallidisce quando sente parlare di morti, ma il suo sguardo non si abbassa; i suoi occhi rimangono fissi su quelli della donna. Questo è buon segno, ragazzo promette bene pensa Anatoli, accentuando il sorriso. "Tu no preoccupa, noi non ha ucciso nessuno. Noi ha solo scaricato piccolo nazista davanti a gruppo di negri".
La testa del giovane si gira leggermente verso il televisore appeso al muro, sintonizzato su un telegiornale, su cui stanno passando le immagini di un paio di ragazzi afroamericani caricati a forza in una volante, poi torna a fissare Margarita.
"Io avrei evitato di dire questo" mormora fra sé e sé Sergej, quindi estrae dalla tasca la patente del naziskin, la appoggia sul tavolo e la fa scivolare verso la spacciatrice.
"Tuo contatto è Roy Carter" esclama la donna, leggendo ad alta voce il nome sul documento.
Philip indica con un cenno la televisione, poi incrocia le dita sopra al tavolo. "Ricordi che ti devo solo cento dollari, vero? Qui rischio seriamente il culo!"
"Lui deve te solo cento dolari?" esclama Anatoli fissando la spacciatrice con sguardo interrogativo. "Io pensava molto di più".
"Tu non conta interessi" esclama Margarita sorridendo ed alzando un sopracciglio. "Tu deve solo fare telefonata, mi pare prezzo adeguato".
"Vaffanculo gli interessi" ribatte il ragazzo. "E un vaffanculo anche a voi non ve lo toglie nessuno".
"Io immagina che tu vuole avere Margarita come amico" sbotta Sergej, anticipando la reazione di Anatoli. Non vuole vedere altro sangue, soprattutto quello del giovane che ha avuto il coraggio di alzare la testa, cosa che a lui non è mai riuscita. "O tu preferisce avere lei come nemico?"
Il ragazzo scrolla le spalle, recupera il telefono e fissa un'ultima volta la spacciatrice. "Facciamo questa stronzata e siamo pari, ok?"

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

L'esca sta per essere lanciata vediamo cosa abbocca!

Anatoli ha detto...

io spera abbocca tizi giusti...caffè di questo posto fa schifo...XD