martedì 18 aprile 2017

0158 - dimostrare fedeltà alla Famiglia

Dopo essere scesi nel silenzioso corridoio che attraversa il piano interrato, i tre russi si fermano davanti alla porta di Alexei. 
"Tu è sicuro che capo è in suo ufficio?" sussurra Zoya.
"C'è unico sistema per scoprirlo" risponde Anatoli, bussando alla porta ed annunciandosi.
La familiare voce del capo invita ad entrare. Alexei è seduto alla sua scrivania, il cellulare appoggiatto all'orecchio, un sigaro in bocca ed alcuni documenti sparsi sul tavolo a coprire parzialmente una mappa di Boston. Nonostante il fumo del cubano, l'aria sembra più pulita rispetto al piano superiore.
"Quando tu ha nome di figlio di puttana, tu dice a miei uomini. Spassiba, Ilia". Alexei appoggia il cellulare sul tavolo e si volta a guardare i tre uomini. "Cosa serve voi?"
"Priviet, Alexei" esclama Margarita, prendendo posto su una sedia. "Noi ha grande dilemma di lavoro".
"Lavoro, da! Io ha scoperto chi ha tentato di uccidere voi. Artur ha pestato capo di feccia ariana in prigione. Lui è finito dritto in reparto di ospedale. E' questione di rispetto, voi capisce vero? Coglione ha poi chiesto a suoi amici di vendicare onta subita e ordinato omicidio di Artur".
"Se tu ha nomi, noi uccide sicari per te" propone Anatoli, sedendosi sul divanetto.
"Voi no preoccupa, io ha messo nome di coglione su prossimo carico per obitorio. Quando ariano che comanda muore, sue troiette impara che loro non deve alzare testa con Famiglia Antonovich. Comunque. Voi ha detto che voi ha problema, da?"
"Da" risponde il corriere. "Come ha detto Margarita, noi ha dilemma di lavoro. Tuo..."
"Noi è fedeli a Famiglia" lo interrompe Zoya. "Noi sa per chi noi lavora".
"Voi lavora per me, da?" esclama Alexei, lo sguardo freddo ed i tendini del collo tirati.
"Da" si affretta a rispondere la spacciatrice, cominciando a sudare. L'espressione sul volto del capo non promette nulla di buono. L'ha già vista in passato, per fortuna mai diretta a lei. Fino ad ora, almeno. Chi ha subito quello sguardo, però, spesso non si è più fatto vedere nel locale. O in qualunque altro angolo di città, a dirla tutta.
"Zoya, calma tuoi nervi" sibila Anatoli, poi si rivolge ad Alexei con un tono più conciliante. "Tutto quello che noi dice in questa stanza rimane tra presenti, da? Sembra domanda strana, ma tra poco tu capisce perché io chiede ciò".
La voce che formula la risposta potrebbe tagliare l'acciaio. "Dipende".
"Tuo fratello ha proposto noi lavoro" continua il corriere, cercando di rimanere impassibile e mascherando l'inquietudine con un leggero sorriso. "Lavoro sicuro facile facile".
L'espressione tesa di Alexei si ammorbidisce ed un ghigno compare sul suo volto. "Uno di suoi lavori sicuri facile facile?"
"Da" conferma la spacciatrice.
"Perché lui ha proposto voi lavoro?"
Le voci di Anatoli e Margarita si fondono quando entrambi danno la stessa risposta. "Perché noi ha salvato suo culo".
"Io trova sia ottima motivazione".
"Da" replica la spacciatrice. "Solo che per lavoro che lui ha proposto noi, noi è carne di macello".
"Khorosho. Ora voi da me motivazione per non prendere mio fratello a calci fino a San Pietroburgo".
Temendo ripercussioni dal fratello minore, Margarita si affretta a calmare Alexei. "Noi racconta te di lavoro" esclama, poi lancia un'occhiata ad Anatoli per ottenere un po' di aiuto.
"Idea di Artur non è effettivamente cattiva" interviene il corriere, "però lavoro è molto difficile per noi soli".
"Noi ha bisogno di altri uomini" aggiunge la spacciatrice, annuendo convinta.
Alexei si sporge sulla scrivania, fissa i tre russi e sibila: "Ora voi spiega me dettagli, io poi decide se affidare voi altri uomini".
Anatoli inizia ad illustrare i dettagli forniti da Artur, aggiungendo poi tutte le informazioni recuperate dal sopralluogo e dalle loro congetture: la villa è una fortezza, circondata da alte mura ed in un quartiere residenziale, ed il carico d'armi è quasi sicuramente di proprietà della Famiglia Petrov.
"Voi è sicuri che carico appartenga a Petrov?"
"Noi è ragionevolmente certi" mormora Zoya.
"Lui è grande pezzo di merda..." mormora Alexei. I tre russi si lanciano occhiate interdette, non capendo se il capo si riferisca al fratello o al boss della Famiglia rivale.
"Io ha idea che Artur vuole fottere te" aggiunge la maîtresse con un sorriso imbarazzato.
"O lui vuole fottere noi" mormora Margarita, cercando di non farsi sentire.
Alexei si passa una mano sul volto, poi riprende in mano il sigaro e tira una boccata di fumo ad occhi chiusi. I suoi uomini non fiatano, temendo una reazione esplosiva; il silenzio nella stanza è rotto solamente dai respiri profondi del capo.
"Io vuole mettere in chiaro dato di fatto. Io non vuole... anzi, Boris non vuole... guerra di Famiglie" esclama Alexei senza aprire gli occhi.
"Per questo noi è qui" mormora Anatoli, muovendosi a disagio sulla poltroncina.
"Artur sa che carico di armi è di proprietà di Bogdan Petrov?"
"Io pensa di sì" replica Margarita. "Lui ha detto che noi non deve lasciare testimoni".
"Quando io ha chiesto più informazioni, lui ha detto che noi doveva sapere solo stretto necessario" aggiunge il corriere. "Lui sa".

8 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Bel post davvero, e complimenti perchè mente leggevo ero teso pure io! Dev'essere stata una bella prova per i tuoi giocatori stare attenti a misurare i toni e a scegliere le parole, ma se la sono cavata bene, almeno per ora!

andrea ha detto...

Grazie! =)
Sì, hanno cercato di rimanere pacati per paura che Alexei si incazzasse. Il capo è sempre il capo, anche se ti hanno chiamato qualche ora prima "supereroe"!

Nicholas ha detto...

Mi accodo a Mr. Mist, bellissimo post!
La vedo male per il povero Arthur...

margarita ha detto...

meglio lui che noi XD

rocco ha detto...

io più che alexei sono molto curioso di vedere che cosa combina il ceceno, è un po' che non si vede...eppure sembrava dovesse avere cmq un ruolo nella faccenda...

andrea ha detto...

Lo avrà, lo avrà... fidati.

New Rachmaninov ha detto...

Spassiba compagni! Io perso qualcosa?

andrea ha detto...

Soliti casini di Famiglia, compagno!