martedì 4 ottobre 2016

0133 - fari nello specchietto retrovisore

"Cosa tu aspetta?" esclama Arthur, aprendo lo sportello ed infilandosi in macchina. Dopo un momento il finestrino si abbassa e la sua testa spunta fuori. "Allora? Io vuole salutare mia famiglia prima di ora di cena!"
"Piccolo stonzetto" mormora Anatoli, salendo al posto di guida ed avviando il motore.
"Priviet, ragazze!" sorride il ragazzo, accomodandosi sullo schienale ed appoggiando una mano sulla coscia di Zoya. La donna fissa per un momento la mano, poi sposta lo sguardo astioso sui suoi occhi azzurri. "O tu paga o tu toglie tua mano" sibila sorridendo.
"Io purtroppo è a corto di denaro, in questo momento" ribatte Arthur, levando la mano ed abbracciando invece il poggiatesta della ragazza. "Magari dopo noi può avere momento intimo in mia camera!" aggiunge facendo l'occhiolino.
Zoya si sistema la corta gonna ed alza le spalle. "Forse dopo io ha tempo..." mormora ridacchiando.

La berlina si immette nel traffico e Anatoli inizia a destreggiarsi tra le vetture degli impiegati che stanno tornando a casa. Dopo aver girato attorno ad un isolato per accertarsi di non essere seguito, il corriere imbocca la rampa della superstrada e si dirige verso nord. Il traffico, nonostante sia da poco passata l'ora di punta, risulta molto scorrevole, quindi Anatoli accelera e si piazza in seconda corsia. Uno sguardo allo specchietto conferma i suoi sospetti: una moto li sta seguendo.
"Arthur, tu ha avuto problemi durante tuo soggiorno in grand hotel?" chiede, notando che la macchina alla sua sinistra prende lo svincolo per uscire, liberando la corsia.
"Niet, niente di importante. Alcuni ospiti di struttura non voleva capire chi io rappresenta, ma loro non essere problema" borbotta il ragazzo senza distogliere lo sguardo dalle gambe di Zoya.
"Loro ha per caso amici con moto che magari ora potrebbe stare seguendo noi?" aggiunge Anatoli, facendo un cenno con la testa per indicare dietro.
Arthur si volta e guarda fuori dal lunotto posteriore. Alla prima moto se n'è aggiunta un'altra. I fari alti impediscono di vedere cosa i centauri stiano facendo. "Può essere" mormora il ragazzo con tono noncurante.
Zoya recupera la borsetta da sotto il sedile e porge una pistola dal calcio finemente lavorato ad Arthur. "Alexei ha detto me di dare te questa".
"Spassiba, bellezza" esclama il ragazzo, facendo scendere il caricatore e controllando che sia pieno. Con movimenti abili lo reinserisce e scarrella per mettere il colpo in canna.
"Tu conosce persone che seguono noi?" chiede Margarita, piazzandosi in grembo la pistola appena estratta dalla cintura e ficcandosi due dita sporche di bianco nelle narici.
"Niet, io non sa" esclama Arthur, scrollando le spalle. "Io ha dovuto lavorare in prigione per mantenere mio stile di vita. Favori, patti, roba simile".
"Da, noi capisce" esclama Anatoli, "tuo fratello maggiore ha informato noi".
"Io fa parte di Famiglia Antonovich!" esplode il ragazzo. "Tu non definisce me 'fratello minore' come ultima cazzo di ruota di carro, da? Alexei è mio fratello, ma noi ha pari grado in Famiglia!"
"Va bene, niet problema" mormora conciliante il corriere. Di fronte al repentino cambio di atteggiamento del ragazzo, nella sua mente rimbombano le parole di Alexei dette qualche ora prima. "Noi ora ci occupiamo di moto e poi noi raggiunge casa".

5 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Uhm.... un inizio davvero promettente! :D

andrea ha detto...

Ehehe...

Anatoli ha detto...

ah come io odia filio di papà che conta cazzo ma vuole fare voce grossa XD

Nicholas ha detto...

Personaggi fastidiosi da proteggere, sempre un buono spunto.
Mi ricordo quando a D&D il gruppo doveva scortare una barda lagnosa.
È finita a manate.

andrea ha detto...

Qui è finita molto meglio: gli hanno dato retta! XD