martedì 30 agosto 2016

0128 - depositare la merce

I fari sfarfallanti del vecchio Bedford illuminano la rete metallica che costeggia sulla destra la strada; la vegetazione incolta ha trovato spazio tra le maglie ed ora invade parte del marciapiede.
Dall'altro lato, una lunga fila di alberi segna il confine della proprietà della Maines Paper & Food Services, una grossa ditta di catering che rifornisce le mense di scuole e aziende. Il parcheggio davanti al grosso capannone in mattoni rossi è deserto.
"Tu prende prossima svolta a sinistra" esclama Margarita, osservando la strada attraverso il parabrezza.
Anatoli attiva la freccia e controlla nello specchietto retrovisore che Sergej faccia altrettanto.
La strada asfaltata è immersa nel buio; nemmeno la luce della luna, bassa nel cielo, riesce a penetrare la chioma della fitta vegetazione che cresce rigogliosa tutt'attorno.
I fari illuminano i guard rail mentre il furgone scende lungo la via e si ferma davanti ad una sbarra di metallo, da cui pende un cartello che ondeggia dolcemente sotto l'effetto del vento.
Anatoli e Margarita fissano il largo spiazzo che copre gran parte della proprietà, al centro della quale si staglia la sagoma di un largo e basso capannone in cemento ancora in costruzione. I basculanti per l'accesso all'edificio non sono ancora stati montati; l'oscurità all'interno dei grossi varchi d'accesso è impenetrabile.
"Questo è ottimo posto per contrabbando" mormora Margarita.
"Noi deve preoccuparci di quelli?" commenta Anatoli, indicando un paio di furgoni ed una ruspa che riposano abbandonati al centro della distesa asfaltata.
"Mezzi è di proprietà di impresa di costruzioni chiusa per tangenti" replica la spacciatrice. "Qui è tutto abbandonato".
Il volto del corriere viene illuminato dagli abbaglianti della Volvo. "Sergej è impaziente" mormora Anatoli, poi controlla l'orologio. "Dieci e quarantacinque. Noi deve fare presto".
Margarita scende, mostra il medio al pianista, poi si avvicina alla sbarra e spinge sul peso. L'asta si alza ed i due mezzi entrano nel parcheggio.
La Volvo affianca il furgone di Anatoli ed illumina una spianata di terra sulla destra, invisibile dalla strada a causa della copertura data dagli alberi. Un reticolato arancione delimita un alto cumulo di terra. Più avanti si stagliano un paio di container arrugginiti; poco distante sono stati ammassati tubi metallici di varie dimensioni e pallet incelofanati di materiale inerte.
Margarita si avvicina al Bedford e bussa sul finestrino. "Io controlla interno di capannone" esclama, poi si avvia verso uno degli accessi.
Dopo aver illuminato l'ampio spazio interno, la donna torna indietro soddisfatta. "Dentro c'è solo materiali di costruzione" esclama sorridendo.
Anatoli tira il freno a mano, scende e monta insieme alla spacciatrice nella Volvo. Sergej continua a guardare l'orologio, preoccupato dal ritardo accumulato. Se gli ariani si presentano all'appuntamento prima del previsto, il loro piano salta. "Anatoli, tu ora chiama polizia e avverte di scambio. Io intanto fa manovra".
Mentre il corriere compone il 911, Sergej ingrana la retro, volta la macchina ed oltrepassa la sbarra. In quel momento i russi sentono il rumore di un altro veicolo lungo la via principale e vedono l'asfalto illuminato da una coppia di fari.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Complicazioni in arrivo!

andrea ha detto...

Potrebbe darsi...