mercoledì 4 maggio 2016

0110 - la palestra di Pavlov

Nonostante l'ora tarda, entrambe le porte a vetri della palestra di Pavlov sono ancora aperte e dall'interno giungono le esclamazioni della gente che si allena miste alle note di Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers sparata a tutto volume.
Anatoli guarda da entrambi i lati, poi fa un cenno ai due compagni ed attraversa la strada. Quando varca la soglia, l'acre odore di sudore riempie le sue narici, facendogli per un momento girare la testa. Una decina di persone sono intente a sollevare pesi, altre stanno utilizzando macchinari che hanno visto tempi migliori. Al centro della palestra c'è un ring, occupato da due uomini con guantoni e caschetto che se le stanno suonando di santa ragione.
"Dove cazzo è Pavlov?" chiede Sergej ad alta voce, per sovrastare la musica.
"Lui è sempre in giro a fare cose strane" risponde Anatoli, osservandosi intorno. Un uomo tutto muscoli in canottiera e pantaloni della tuta, che sta contando a pieni polmoni accanto ad un ragazzo mingherlino disteso su una delle panche, attira la sua attenzione. 
"Quello deve essere dipendente di Pavlov" esclama rivolto ai compagni, poi si avvicina e gli batte sulla spalla.
"Che c'è? Non vedi che sono impegnato?" urla l'uomo, raddrizzandosi. Dopo aver notato la giacca e la camicia immacolate del corriere, sul suo volto compare un sorriso imbarazzato. "Mi scusi, pensavo fosse uno degli scansafatiche che si allenano qui".
"Tu sa chi è noi?" chiede Anatoli, guardandolo storto.
"No, mi spiace".
"Noi è amici di Pavlov. Io non va spesso né in chiesa né in palestra" commenta osservando i grossi muscoli dell'uomo, poi aggiunge in tono scherzoso: "Io fa altro genere di palestra. Tu sa dove essere Pavlov?"
"Non è qui, ha detto che andava via per lavoro".
"Da, anche noi riesce a vedere che lui non è in palestra" commenta Margarita, soffermandosi per un momento sul culo di uno dei ragazzi che si stanno allenando e riportando poi lo sguardo sull'allenatore.
"Avete provato a chiamarlo sul cellulare?"
"Suo cellulare non è raggiungibile" esclama Anatoli.
"Succede spesso. Cosa posso fare per voi?" chiede sorridendo l'uomo, nel tentativo di recuperare dalla gaffe fatta qualche momento prima.
"Noi sta cercando tizi che forse frequenta questa palestra" risponde la spacciatrice.
"Tipo?"
"Quattro bianchi, trent'anni circa, capelli rasati, muscolosi, tanti tatuaggi".
L'allenatore ci pensa un po', poi fa una smorfia e solleva le spalle. "Qualcuno che corrisponde c'è. Di solito però sono scansafatiche, vengono per un paio di lezioni e poi non tornano più".
"Forse perché qui ci sono negri?" chiede Anatoli, indicando con il pollice un uomo di colore che sta allenando i bicipiti.
"Afroamericani" lo corregge Sergej.
"Anche" conferma l'allenatore annuendo. "Non farti problemi ad usare la parola negro, sono abituato con Pavlov".
"Niet, niet!" esclama Anatoli infervorandosi. "Tu non paragona me a sporco razzista di Pavlov. A me stanno su cazzo tutti, indipendentemente da colore di pelle".
"Vecchia storia di io non conosce te, ma io presume che tu è peggio di altri" sbuffa Sergej, prendendosi un'occhiataccia dal compagno.
"Vuoi che io seppellisce te sotto terra e poi butta sopra tutta erba?" sibila Anatoli, fissandolo con ira.
"Io, io vuole tutta erba sopra!" esclama sorridendo Margarita.
Anatoli chiude gli occhi e conta fino a dieci per sbollire la rabbia, poi si volta di nuovo verso l'allenatore, che sta osservando la scena con sguardo perplesso, incapace di seguire il discorso. "Io mi scuso per aver usato brutta parola. Poi io offre te birra".
"Come ho già detto, non farti problemi" sorride l'uomo.
"Tu ha nomi di queste persone?"
"Sì, un paio si sono registrati".
"Bene, noi inizia con quelli" esclama Anatoli, spostandosi verso il bancone vicino all'entrata.
L'allenatore si piazza dall'altra parte, afferra un registro e comincia a spulciare i vari fogli. Dopo aver trovato la riga giusta, scrive un paio di nomi su un foglietto e lo consegna al corriere, che osserva deluso l'appunto: James Rott e Ryan Bowerfield. "Peccato, nessuno con nome tedesco".

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Ok Anatoli è sbroccato! XD

Domanda ma la discussione sui diversi gradi di razzismo è nata in game per il discorso di approfondimento del personaggio pro benny? Mi piacciono questi momenti servono ad allentare la tensione (tranne per il povero Anatoli)!

Anatoli ha detto...

tu lavora per FSB poi vede se non sbrocca anche te XD

in realtà la discussione è nata spontaneamente XD

andrea ha detto...

@MrMist: sì, è stato tutto "naturale" (e meritevole di Benny!). Conta che finora hanno avuto a che fare con terroristi arabi, mercenari tedeschi, africani e membri della National Rifle Association. E tutti gli hanno sparato contro. Non è una reazione così strana... =D

PS: se non si era ancora capito, adoro giocare con questo gruppo! =D

Unknown ha detto...

Ci sarebbe anche da dire che è offensivo dire "negromanti", si dovrebbe parlare di "afroamericanomanti" XD