venerdì 22 aprile 2016

0106 - un problema più personale

Il lampione davanti al Chaika Bar sfarfalla nella notte, illuminando il marciapiede di una luce gialla, evidenziando mozziconi calpestati, pacchetti di patatine accartocciati e foglie mosse dal vento. Una decina di cittadini, avvolti nei loro cappotti con il bavero alzato per proteggersi dal vento, camminano diretti alle loro case. Due ragazzini ispanici dal giubbotto di pelle, i jeans strappati e le Superga immacolate osservano i passanti che transitano davanti al muro su cui sono appoggiati lanciando sguardi minacciosi e ridendo delle reazioni impaurite che suscitano.
Margarita osserva distrattamente i due giovani dal finestrino mentre Anatoli svolta nel vicolo e si dirige verso l'entrata sul retro del locale degli Antonovich. Kir e Nikolai, i due uomini addetti alla sicurezza del locale, non si vedono da nessuna parte.
"Strano" esclama Anatoli. "Kir non è fuori a fumare".
"Lui sarà andato a comprare sigarette" ribatte Margarita, aprendo lo sportello e scendendo dalla nuova berlina del corriere.
"Anche suo compare, Nikolai, non è fuori a controllare vicolo" mormora Sergej, passando accanto alla spacciatrice e dirigendosi verso la piccola porta di metallo accanto ai bidoni della spazzatura.
Anatoli si guarda un po' intorno, poi scrolla le spalle e segue il compagno all'interno del locale. L'atmosfera sembra tesa, la musica è più bassa del solito e i pochi avventori abituali non sono seduti al loro solito posto. Quando il russo rivolge un saluto al barista, questi risponde con un cenno della testa e fa cenno al gruppo di scendere.
"Tutto questo è molto strano" mormora Anatoli.
"Forse è dovuto a problema di Alexei" ribatte Sergej, imboccando le scale e scendendo al piano interrato.
Dopo aver bussato un paio di volte, la familiare voce baritonale del capo invita il gruppo ad entrare. Alexei è appoggiato alla scrivania, le gambe incrociate e le mani che stringono lo spesso bordo di legno. Sulla sedia di fronte a lui siede Zoya, con la testa china in avanti e le spalle incurvate.
"Privièt capo, noi ha cercato di fare prima possibile" esclama Anatoli, avanzando nella stanza e lasciandosi cadere sul divano. "Privièt, Zoya".
Mentre Sergej si prende la briga di chiudere la porta, Margarita afferra una sedia, la volta e ci si siede sopra a cavalcioni. "Come mai tu ha chiamato noi qui? Tu ha accennato a problema. Io spera non sia legato a morte di Bennet".
"Da, noi ha grosso problema, ma non è collegato a recupero di chip" dice Anatoli. "Quello è lavoro finito, io è sicuro. Miei uomini ha comprato silenzio di sceriffo di Newton e di suo sergente. Questo è problema più... personale" aggiunge poi, abbassando lo sguardo verso la maîtresse.
La ragazza si gira ed osserva i tre russi presenti con uno sguardo carico d'odio. La luce del lampadario appeso al soffitto illumina il suo volto tumefatto: la carne attorno all'occhio destro è gonfia e blu; il labbro inferiore, spaccato, è parzialmente coperto da una piccola crosta di sangue rappreso; la guancia è rossa e segnata da un livido più scuro.
"Cosa è successo te?" chiede Anatoli, raddrizzandosi di colpo. "Chi ha fatto te questo?"
Alexei appoggia una mano sulla spalla di Zoya, che sussulta per una fitta di dolore, poi alza gli occhi sui tre russi. "Clienti di motel ha fatto casino, ha mandato in ospedale uomo di Zoya e ha pestato a sangue Zoya. Poi loro è andati via senza pagare".
Almeno loro non ha preso lei a valigiate pensa mestamente Sergej, toccandosi la ferita ancora fresca poco sotto l'occhio sinistro.
"Noi uccide loro, da?" esclama il corriere, spostando lo sguardo dal capo alla maîtresse.
"Io ha parlato con Boris" ribatte Alexei, scuotendo la testa. "Dato che noi non sa chi ha pestato Zoya, noi non vuole ritorsioni. Vostro compito è trovare stronzi e far pagare loro pestaggio con qualcosa peggio di morte".
"Cosa tu intende?" chiede Margarita.
"Voi deve pensare a piano per incastrare figli di puttana. Polizia deve trovare loro in possesso di resti di ultimo grosso carico che voi ha recuperato per Boris".
"Tu intende lavoro con arabi di merda?" chiede Anatoli.
Un sorriso appare sul volto di Alexei. "Da. Voi deve incastrare colpevoli con carico nucleare. Boris vuole liberarsi di bomba sporca, ma senza vendere a terroristi".
"Se polizia scambia coglioni per terroristi, loro finisce a Guantanamo" conclude per lui il corriere. "Me piace idea, capo".

4 commenti:

Anatoli ha detto...

welcome to Guantanamo, benvenido a Guantanamo XD

New Rachmaninov ha detto...

Perchè io finisce sempre in queste situazioni? Grazie zio, appena e se tu esce di prigione io prepara te panino con limatura di vetro dentro

Nicholas ha detto...

L'altro giorno ho parlato con un muratore russo, parlava esattamente come i pg, faticavo a restare serio.

andrea ha detto...

@nicholas: eheheheh... anche dove lavoro io ogni tanto si incontrano operai russi (o, meglio, urlano sotto la finestra del mio ufficio). E' TANTO divertente!