venerdì 29 aprile 2016

0108 - sala di controllo

Dopo essere uscito dal centro di Boston, Anatoli si immette nella statale e guida per una mezz'oretta in mezzo al traffico; raggiunto Milton, uno dei sobborghi di Boston, svolta in una laterale e si dirige verso l'hotel gestito da Zoya, una bassa costruzione dipinta di bianxo ad un solo piano, dotata di tante finestre coperte da pesanti tendaggi.
La macchina si ferma in uno dei tanti parcheggi liberi. Sergej smonta e tende la mano per aiutare la maîtresse a scendere, ma questa lo fissa furente. "Io può ancora muovermi con mie gambe!"
"Izvinì, Zoya" si scusa il pianista. "Io voleva solo aiutare".
Dopo essere uscita a fatica dalla macchina, la donna raddrizza la schiena, lancia un'occhiataccia a Sergej, quindi precede i russi fino all'ingresso. "Prego, voi entra" esclama, aprendo la porta e facendo loro cenno di entrare.
"Cavalleria è morta" mormora il pianista, scuotendo la testa.
"Zoya è piccola puttanella, cosa tu pretende?" sussurra Margarita passandogli accanto. "Tazza di te e pasticcini?"

L'atrio del motel odora di patchouli e disinfettante, con un vago olezzo di fumo stantio. Quando la spacciatrice annusa l'aria, istintivamente si infila in bocca una sigaretta e se l'accende.
Zoya si trasferisce dietro al piccolo bancone, getta le chiavi in una piccola ciotola, poi fa cenno ai compagni di accomodarsi sulle piccole poltroncine dal rivestimento ormai liscio e scolorito. Dopo un'occhiata ai divanetti, tutti scuotono la testa.
"Dove tu conserva riprese?" chiede Anatoli resistendo all'istinto di appoggiarsi al bancone.
"In stanzino su retro" risponde Zoya, indicando una piccola porta a soffietto.
"Io ha proprio voglia di vedere volti di questi razzisti di merda" mormora il corriere, facendo scorrere l'anta ed entrando nell'angusto locale. Una pesante scrivania occupa tutta la parete di fondo; sopra vi sono appoggiati due monitor, raggiunti da una ragnatela di cavi che penzolano dal controsoffitto. Il silenzio dell'albergo è rotto dal sommesso ronzare delle ventole di un piccolo computer incassato in uno scanso della scrivania.
Zoya si accomoda sulla sedia imbottita, quindi avvia il programma per la gestione delle riprese.
"Allora, cosa voi vuole vedere?" esclama con un sorriso parzialmente rovinato dall'occhio pesto. "Per scene hard però voi paga come normali clienti, da?"

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

I dialoghi con Sergej sono sempre spassosi! Anche la scena dei divanetti l'ho trovata divertente! :D

andrea ha detto...

Nessuno si fida ad appoggiare il culo su un divanetto di un bordello. Chissà cosa c'è finito sopra! XD

Anatoli ha detto...

io ormai ha perso mio vizio di controllare con luminol...visto troppi muri in stato interessante XD

Nicholas ha detto...

Giusto, perchè limitarsi alla prostituzione anche il porno online va forte!