mercoledì 13 gennaio 2016

0045 - fermati all'ingresso

Dopo essersi assicurato di aver seminato la polizia, Sergej guida fino ad uno dei sobborghi vicini al centro di Boston e ferma la macchina lungo la via principale, proprio davanti all'ufficio di Peck.
La sede della NP Security è uno stabile di tre piani, in cui una volta trovava posto un'autorimessa. Sulla parete dell'edificio campeggia una piccola insegna con il logo della ditta. Al centro della facciata c'è una grossa entrata ad arco, l'unico dettaglio inalterato della struttura precedente, che consente di accedere all'interno dello stabile direttamente con la macchina. Una guardia giurata siede dietro ad un vetro nella piccola portineria che si affaccia sul muro interno dell'arcata.
"Cosa facciamo ora?" chiede il pianista, voltandosi verso i compagni.
"Semplice" ribatte Pavlov facendogli l'occhiolino. "Noi chiede di parlare con Peck e poi ricatta lui grazie a foto di Donovan".
"Io viene con voi o io rimane in macchina?"
"Tu vuole passare in macchina tutta tua vita o tu vuole vedere un po' di azione?" interviene Anatoli, scuotendo Sergej. "Tu è qui per imparare mestiere!"
"No azione, con Peck noi deve solo parlare" esclama Pavlov.
"Giusto, solo parlare" conviene il corriere appoggiandosi al sedile. "Che copertura tu vuole usare? Parlo io o parla tu?"
"E' stesso" mormora l'atleta scuotendo le spalle.
"Tu è più bravo con interrogatori, tu ha dimostrato con terroristi" commenta Anatoli, poi fissa il compagno. "Strano che io non conosceva te da prima. Tu ha lavorato per ambasciata?"
"Da".
"Che ambasciata?"
"Tutte".
Il corriere ridacchia. "Strano, io non ha mai visto te".
"Tu fortunato" ribatte Pavlov, sghignazzando.
"Da, pensa anche io" commenta Anatoli, unendosi alle risate.

Il gruppo scende dalla macchina ed attraversa la strada, quindi si dirige verso la portineria. L'uomo in divisa squadra i tre uomini sfoggiando un largo sorriso. "Buongiorno, signori. Desiderate?"
"Noi vuole appuntamento con signor Nathan Peck" risponde il corriere, ricambiando il sorriso. "E' questione molto urgente".
"Nessun problema" risponde il guardiano. "Fornitemi i vostri documenti, così vi registro e vi consegno i tesserini per poter accedere agli uffici".
Anatoli osserva interdetto l'uomo, poi accenna un sorriso di circostanza e si volta verso i compagni. "Sentito? Noi deve dare documenti per entrare".
"Io ha lasciato portafoglio a casa" mormora Pavlov, impassibile.
Sergej si fruga nelle tasche facendo finta di cercare il portafoglio, poi osserva Anatoli ed alza le spalle. "Io ha dimenticato documento".
"Tu ha dimenticato tua patente?" esclama il corriere, sgranando gli occhi. "Tu guida senza documento? Tu è criminale!"
"Io ha dormito poco" si scusa il pianista.
"Senza documento non posso lasciarvi entrare" dice la guardia dall'altra parte del vetro. "Mi spiace, sono le regole aziendali".

2 commenti:

Nicholas ha detto...

I discorsi tra i russi mi fanno morire :D

andrea ha detto...

Anche a me =D