venerdì 15 gennaio 2016

0047 - investire in politica

"Dato che noi ha appuntamento, ora noi torna a casa?" chiede Sergej, accennando un sorriso.
"Niet" risponde l'atleta. "Moglie che fa politica può essere leva migliore per tenere Peck per coglioni. Oppure può essere utile a Alexei".
"Ottima idea" commenta Anatoli.

Il pianista raggiunge l'indirizzo dell'ufficio elettorale e dopo qualche giro riesce a trovare parcheggio ad un paio di isolati di distanza. Durante la ricerca di un buon posto dove fermarsi i russi osservano l'ufficio e le attività al suo interno. Le vetrate del piano terra sono tappezzate di manifesti con la foto della candidata, una donna mora sui quarant'anni che sorride ai potenziali elettori. All'interno ci sono una decina di impiegati, seduti ad alcune scrivanie, che parlano incessantemente al telefono. Tra le scrivanie girano un paio di figure in giacca e cravatta, molto probabilmente i coordinatori della campagna.
"Quale è tuo piano?" chiede Sergej, appoggiandosi al volante.
"Noi entra e chiede di poter fare donazione" risponde Pavlov.
"E chi mette soldi per donazione?" chiede Anatoli.
"Noi non serve soldi ora" risponde sorridendo l'atleta. "Noi propone grossa donazione, poi noi parla con Alexei e lui usa soldi per infiltrare Famiglia in politica di Boston. Chi fa ricco petroliere russo?"
"Io è unico che può fare ricco petroliere, solo io ha giacca" risponde Anatoli. "Tu impersona mio segretario".
"Niet problema" sorride Pavlov. "Tu finge di non parlare americano, io fa da intermediario".
"Io fa semplice portaborse" mormora Sergej, sospirando.
"Niet, tu fa sguardo da duro e finge di essere bodyguard" ridacchia il corriere, dandogli una pacca sulla spalla e scendendo dalla macchina.

Pavlov apre la porta a vetri e la tiene aperta per far passare Anatoli, quindi accelera il passo e si avvicina al bancone. Subito uno dei due uomini in giacca smette di parlare con una delle impiegate e si avvicina.
"Buongiorno!" esclama l'uomo sfoggiando uno smagliante sorriso. "Io sono Patrick. Siete qui per aiutare la campagna della signora Brown, giusto? E' la donna giusta per il Concilio di Boston!"
"Da, noi è qui per fare donazione" risponde l'atleta, appoggiandosi al bancone.
Patrick indica una porta e fa accomodare i tre russi in uno stanzino con un tavolo ed alcune sedie, ingombro di volantini e tappezzato di manifesti e festoni rossi, bianchi e blu. Pavlov scosta la sedia e Anatoli si siede, poi l'atleta si appoggia al tavolo e fissa sorridendo l'assistente della moglie di Peck, che recupera una cartellina e si accomoda su un'altra sedia.
"Dicevamo... voi siete qui per una donazione, giusto?"
"Da" risponde l'atleta. "Ma noi vuole parlare con tuo capo, signora Brown".
"Purtroppo non è qui, sta tenendo una conferenza dall'altra parte della città".
"Mio capo" dice Pavlov indicando Anatoli con la mano, "non parla americano. Lui lavora con petrolio".
"Quindi la vostra è una donazione estera" mormora a bassa voce Patrick, segnando alcune crocette su un modulo, poi riprende il suo tono professionale. "Ed il suo datore di lavoro quanto pensava di donare? Il tetto massimo per una donazione estera è cinquecento dollari".
"Solo cinquecento?" chiede Pavlov.
"E' il limite imposto da questa amministrazione" risponde l'uomo.
"Noi pensava ad investimento mille volte superiore".
L'uomo spalanca gli occhi ed inizia a balbettare. "C-cosa!?!"

1 commenti:

Nicholas ha detto...

LOL
cmq è sempre bello quando l'avventura richiede che un pg interpreti qualcuno e gli altri si adattano, ne ho viste succede di tutti i tipi: servitori, accompagnatori/trici, guardie del corpo, cartomanti personali, dottori etc. etc.