venerdì 29 gennaio 2016

0057 - eccesso di paranoia

La spacciatrice controlla la strada, poi si appoggia alla serranda abbassata del negozio, prende il cellulare e recupera il numero di Jack dalla rubrica. "Prima io annuncia nostro arrivo. Meglio che ricevere scarica di pallettoni" mormora la donna ai due compagni.
"Da?" risponde una voce maschile, disturbata dal rumore di parecchie ventole che girano.
"Jack? Sono Margarita".
"Margarita chi?"
"Tu conosce me, stronzo" sibila la donna, assumendo istintivamente un'espressione corrucciata.
"Io voglio sapere su tu è veramente chi tu dice di essere o se tu è qualcun altro".
"E come faccio a dimostrare te che io sono proprio Margarita?"
"Tu dice me qualcosa che solo tu sapere" ribatte l'hacker.
La donna sorride. "Io ultima volta ha portato te grosso sacchetto di Cheese Puffs. Tu ha preferito snack a pagamento in natura".
Lo sguardo di Anatoli incontra quello di Pavlov, poi entrambi iniziano a sghignazzare.
"Da, tu è Margarita" esclama con voce allegra l'hacker.
"Noi ha lavoro per te".
"Tu e chi? Loro è gente fidata?"
"Da, io garantisce per loro".
"Tu da me loro nomi".
"Anatoli Davlatov e Pavlov Lutjenko".
"Se lui violare mio account Facebook, io spara lui a gamba" esclama a voce alta l'atleta, suscitando una risata di Margarita. "Tanto lui non serve camminare per suo lavoro".
"Lui deve solo provare" ribatte l'hacker all'altro capo del telefono.
Dopo un paio di minuti in cui la spacciatrice sente solo un furioso digitare sui tasti, la voce di Jack ritorna a farsi sentire. "Io ha controllato loro credenziali, loro può venire. Per che ora voi arriva?"
"Noi è fuori di tua porta" risponde la donna.
Pavlov scende le scale e si avvicina all'ingresso del seminterrato, quindi bussa vigorosamente un paio di volte. "Polizia! Aprire!"
Un rumore elettrico attira l'attenzione dell'atleta. Pavlov si gira verso la telecamera, ora puntata sul suo volto, e gli mostra il dito medio.
Dopo qualche secondo, un altro rumore elettrico indica che Jack ha fatto scattare la serratura. Anatoli scosta il compagno, apre la porta e si infila in un breve corridoio, costellato su entrambe le pareti di cassette di sicurezza. In fondo c'è un'altra porta blindata. Un'altra telecamera che li fissa con il suo freddo occhio elettronico.
La voce metallica di Jack si diffonde nello spazio ristretto da un'altoparlante incassato sul soffitto. "Voi ora deposita vostre armi in cassetta".
Anatoli scuote la testa, poi estrae la pistola dalla fondina, apre una delle cassette e la deposita al suo interno. Margarita e Pavlov fanno lo stesso.
"Io intende tutte vostre armi" si sente dall'altoparlante.
"Coglione paranoico" sbuffa l'atleta, poi apre uno dei vani più grandi e vi infila il borsone a tracolla.

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