giovedì 14 gennaio 2016

0046 - scambio di SMS

Pavlov si avvicina al vetro. "Noi ha solo bisogno di parlare con Peck. Lei può far venire qui sua segretaria?"
"Mi spiace" replica la guardia, "io sono qui solo per identificare i visitatori e consegnar loro il tesserino di riconoscimento. Al massimo posso far recapitare un messaggio al suo ufficio, ma nulla di più".
L'atleta osserva i suoi compagni poi si volta di nuovo verso l'uomo. "Se lei lascia noi busta, noi scrive messaggio per signor Peck".
"Scrivete qui" dice la guardia infilando una penna ed un foglio di carta nello sportello, poi fa slittare il piccolo vano dalla parte dei russi. Pavlov scrive "Se tu vuole foto di Donovan, chiama me" ed il suo numero di cellulare sul foglietto, quindi lo piega e lo consegna all'uomo.
"A chi avete detto che va consegnato?" chiede la guardia, infilando il foglietto in una busta e voltandola per scrivere il destinatario.
"Signor Nathan Peck" risponde l'atleta. "Spassiba".
"Da amici" aggiunge Anatoli.
L'uomo scrive il nome sul retro, poi infila la busta in un cilindro e la spedisce tramite posta pneumatica. "Ecco fatto. Buona giornata" conclude, aprendo una rivista.
"Grazie di disponibilità" saluta Sergej.
"Che sistema antiquato" mormora Pavlov allontanandosi. "Si pianta una volta su tre".
"Se tu manda mutandine di segretaria, è ovvio che cilindro si pianta" ribatte Anatoli sghignazzando, poi si ferma sul marciapiede ad osservare una macchina che arriva, si ferma davanti al vetro della guardia ed appoggia un tesserino sul finestrino. La guardia annuisce, quindi preme un pulsante. La porta blindata si apre lentamente e la macchina si dirige rombando all'interno della struttura.
"Noi ha bisogno di documenti falsi" commenta il corriere montando in macchina.
"Da" ribatte Pavlov prendendo posto sul sedile sul retro. "Io non è abituato ad usare documenti. Di solito lavoro viene da me".
Sergej ridacchia, quindi mette in moto. "Dove io porta voi, ora?"
"Io pensa che noi può usare moglie per fare leva su Peck" mormora l'atleta, prendendo il cellulare e cercando l'ufficio elettorale della donna.
"Buona idea" commenta Anatoli osservando le dita del compagno digitare sul display del telefonino. "Magari ci fosse stato Facebook ai tempi di ambasciata".
"Tu ha rotto coglioni con storia di ambasciata" esclama Sergej, infilandosi di scatto davanti ad una macchina, che rallenta bruscamente ed inizia a strombazzare.
"Tu non dire a me" mormora Pavlov facendo una smorfia, poi torna a guardare il telefono. "Tu prosegue dritto per trecento metri poi svolta a destra".
"Da" risponde il pianista.
Mentre l'atleta segue il percorso sul navigatore del cellulare, questo vibra per l'arrivo di un messaggio.
"E' compagnia telefonica che avverte che tu ha finito credito?" commenta Sergej, suscitando l'ilarità di Anatoli.
"Niet, idiota" esclama Pavlov. "Peck ha scritto chiedendo spiegazioni su foto".
"Ottimo" commenta Anatoli, battendo la mano sulla spalla dell'atleta, che inizia a digitare la risposta sulla tastiera.
"Io pensa te interessato a queste cinque foto" legge ad alta voce Pavlov, poi recupera una delle immagini in cui si vede il volto dell'imprenditore e la inquadra con la fotocamera del cellulare. "Ecco, ora noi attende risposta".
Dopo un paio di minuti lo smartphone vibra di nuovo.
"Cosa vuoi per le foto?" legge l'atleta a voce alta, poi inizia a digitare la risposta. "Dico lui che noi incontra stasera per parlare".
La risposta questa volta arriva quasi subito.
"Peck chiede dove noi incontra lui".
"Io conosce locale vicino a Waltham" esclama Sergej. "E' isolato e facile da trovare. Ha unico difetto. E' in tema hawaiano".
"Khorosho" mormora Pavlov, digitando l'indirizzo fornito dal pianista.

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