venerdì 11 dicembre 2015

0033 - prendersi cura del tassista

Mentre Pavlov si fa cambiare le fiches, Margarita si stacca dalla parete ed esce dalla bisca, seguita a ruota da Zoya e Anatoli. I tre russi si bloccano appena dietro l'angolo, osservando Mark fermo sul ciglio della strada che si guarda attorno.
Dopo un minuto anche l'atleta esce dal locale clandestino e li raggiunge. "Dove è Donovan?"
"Lì, su marciapiede" mormora Margarita, indicando oltre il muro. "Siamo fortunati, questa è zona poco trafficata".
Pavlov si sporge e avvisa i compagni quando nota Mark intento a sbracciarsi per attirare l'attenzione di un taxi. La macchina accosta ed il tassista fa cenno all'uomo di salire. Donovan entra e dopo una breve discussione il veicolo parte.
"Presto" esclama Anatoli dirigendosi alla macchina ed aprendo la portiera davanti, ma Margarita lo allontana e si siede al posto di guida.
"Tu ha guardato gambe di troietta, in locale. Se tu distrae e perde Mark, Alexei fa sparire noi dentro in fondamenta di palazzo" esclama la donna, squadrando il compagno con un sorrisetto.
Il corriere fissa duramente la spacciatrice, poi fa il giro della macchina e si siede sul sedile del passeggero. "Tieni marcia alta" mormora, allacciandosi la cintura.

Il taxi procede nel traffico per una ventina di minuti, seguito a breve distanza dalla berlina dei russi. Dopo una breve sosta ad una tabaccheria, Mark rimonta sullo stesso taxi e prosegue fino ad un quartiere povero di Allston, pieno di palazzi e capannoni abbandonati.
La vettura si ferma davanti ad un cancello aperto su cui campeggia l'insegna "Brighton Self Storage". La bassa struttura, piena di magazzini a noleggio, è circondata da un muro alto due metri, illuminato da una fila di lampioni sfarfallanti. I due palazzi di fronte sembrano abbandonati, con i vetri del piano terra coperti da teli di plastica e assi di legno. Si sentono un paio di macchine in lontananza, ma per il resto il posto sembra tranquillo.
Margarita si ferma ad un paio di isolati di distanza per poter osservare le mosse del detective senza dare nell'occhio. Mark scende dal taxi, che rimane in attesa davanti all'ingresso, dice qualcosa all'autista e poi imbocca il vialetto che conduce ai magazzini.
"Io prendo posto di tassista" mormora Anatoli montando un silenziatore sulla pistola.
"Io faccio uscire lui da macchina" ribatte Zoya, aprendo un altro bottone della camicetta e recuperando una sigaretta dalla borsa. "Tu immobilizzi e infili in bagagliaio".
"Bene, noi intanto teniamo sotto controllo strada" aggiunge Margarita, aprendo la portiera e facendo scendere anche gli altri.
Anatoli si dirige verso il taxi camminando sul marciapiede con la pistola nascosta dietro alla gamba, preceduto dalla maîtresse. L'uomo al volante, un messicano di mezz'età, sta leggendo alcuni messaggi sul cellulare e non si accorge della donna.
Zoya si china in avanti per mostrare la scollatura, quindi bussa al finestrino, aperto a metà. "Scusi, ha da accendere?"
L'autista fissa ad occhi sgranati il davanzale della donna, poi fruga in un borsello in cerca dell'accendino. "Subito, señorita!"
Il messicano abbassa il finestrino, sporge il braccio e con il pollice innesca la fiammella. Zoya si accende la sigaretta con la sinistra, poi di scatto infila l'altra mano nella portiera, appoggiando la canna della sua pistola sullo zigomo dell'uomo.
La maîtresse sorride quando nota lo sguardo pieno di terrore dell'autista, che prima fissa la pistola poi ritorna a guardare le sue tette, poi indica al corriere di avvicinarsi.
"Io tira fuori pistola, non tu. Voi donne dovete smettere di rubare lavoro a uomini" commenta Anatoli scuotendo la testa, poi si affaccia al finestrino. "Buonasera. Lei può cortesemente abbandonare taxi?"

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