mercoledì 16 dicembre 2015

0036 - posizione dominante

"Tu dà noi foto e noi salva te culo" esclama la spacciatrice, indicando il magazzino con la pistola.
Un altro boato rompe il silenzio e fa sussultare il detective. "Ok, credo di non avere altra scelta".
Mentre Mark, tenuto sotto tiro da Margarita, raggiunge il deposito ed apre la cassaforte, Pavlov osserva la strada e vede Anatoli accucciato dietro al taxi.
"Sembra colpo da cecchino, troppo pericoloso correre fino a taxi" esclama l'ex atleta, voltandosi verso la spacciatrice.
"Allora trova altra via" ribatte la donna, continuando a tenere sotto tiro il detective ed osservando il contenuto della cassaforte. All'interno ci sono una decina di mazzette di banconote e cinque buste con alcuni nomi scritti sopra, alcune più voluminose di altre.
Mark prende uno dei dossier e lo porge a Margarita, che lo afferra e se lo infila nel giubbotto. Poi la donna allunga una mano ed afferra gli altri plichi, che finiscono insieme al primo. Dopo un'ultima occhiata alla cassaforte, la spacciatrice prende una delle mazzette e se la infila in tasca.
Lo sguardo del detective si posa sul denaro, ma l'uomo non si azzarda a proferir parola.
"Ora noi sistema faccenda e salva tuo culo, poi tu può andare" esclama la donna, arretrando fino alla porta del box e chiudendo la saracinesca.

Zoya fruga nella borsetta ed impugna la pistola, poi si sporge leggermente ed osserva in direzione della jeep. Un altro paio di colpi si conficcano nel muro vicino alla sua testa, facendo ritrarre la ragazza. Dopo aver atteso un paio di secondi, sporge il braccio e risponde al fuoco. Un faro si spegne ed una gomma esplode, facendo inclinare leggermente la vettura.
Altri proiettili impattano contro il muro, sollevando nuvolette di intonaco ed obbligando Zoya a ritirarsi dietro allo stipite. Un forte bruciore comincia ad allargarsi dal braccio fino alla spalla.
Io non può rimanere qui se io vuole vivere pensa la maîtresse, tastando la porta alle sue spalle. Uno strato di cartone sembra coprire quello che rimane della vetrata del portone. Zoya sfonda il vetro con un calcio e si infila nel pertugio, appena prima che un altro proiettile passi dove prima c'era la sua testa.
Il polveroso corridoio si delinea man mano che gli occhi della donna si abituano al buio. Varie porte si aprono a destra ed a sinistra, conducendo a quello che rimane dei vecchi uffici. Zoya passa davanti all'ingresso di una guardiola e si infila nella porta successiva, aperta come tutte le altre. In un angolo ci sono i resti lasciati da qualche barbone che sembra essersene andato parecchio tempo prima.
La maîtresse si esamina la ferita, scoprendo che il proiettile l'ha colpita solo di striscio, quindi si avvicina ad una delle finestre che danno sul cortile laterale e sbircia attraverso le assi sconnesse. Un uomo decisamente sovrappeso si staglia davanti al faro integro della jeep, avanzando lentamente e tenendo sotto tiro l'ingresso del palazzo con una pistola di grosso calibro.
Lui è bersaglio perfetto pensa Zoya, infilando la canna tra le assi ed inquadrando la figura nelle tacche di mira. La maîtresse sta per premere il grilletto quando nota uno spruzzo di sangue che fuoriesce dal fianco del suo bersaglio. L'uomo cade sulle ginocchia e si accascia a terra.

2 commenti:

Nicholas ha detto...

Bella sparatoria!
Occhio che hai messo due post "35" ;)

andrea ha detto...

Cavolo, è vero!

E' che spesso scrivo su un file di testo e ricopio le sequenze... mi è già capitato di aver fatto un post con numero "doppio"...

Grazie della segnalazione! Ora è sistemato!

... e comunque la sparatoria non è ancora finita =)