lunedì 21 dicembre 2015

0039 - chiacchierata informale

Anatoli si rifugia sotto alla tenda del Chaika Bar mentre la pioggia continua a scendere imperterrita. Pavlov scende dalla macchina e lo raggiunge. "Anche tu ha invito per cena?"
"Da, Alexei ha mandato messaggio" ribatte il corriere, scrollandosi il soprabito.
I due russi entrano nel locale e si dirigono verso un tavolo in cui sono già seduti Alexei, Viktor ed un altro paio di facce sconosciute. Due degli uomini del boss sono in piedi vicino al bancone e tengono d'occhio l'ingresso.
"Dobra pažalovat, ragazzi!" esclama Alexei, facendo cenno di accomodarsi al tavolo.
I due russi si siedono e accennano un sorriso verso gli altri commensali.
"Io presenta voi due persone. Lui è Sergej, è qui da poco. Lui avere studiato musica" esclama il capo indicando un ragazzo magro vestito in completo. Il giovane si alza e stringe la mano a Pavlov e ad Anatoli.
"Questo invece è Dimitri" aggiunge Alexei, "lui amministra finanze di nostra Famiglia".
L'uomo si ravviva i capelli brizzolati e si aggiusta la cravatta, poi si alza, accenna un inchino, quindi si riappoggia allo schienale sorridendo imbarazzato.
"Come vedete, lui è uomo di poche parole!" esclama il capo ridendo, poi torna serio quando Boris si avvicina al tavolo e prende posto.
Il boss si toglie gli occhiali dalla montatura sottile e li appoggia sopra al tovagliolo, quindi allarga le braccia e sorride. "Io ha organizzato questa cena per ringraziare voi di avere salvato culo di mio figlio. Purtroppo Margarita non potere essere presente, lei è via per sbrigare miei affari".
Pavlov, Anatoli e Viktor si scambiano un'occhiata, ma non dicono nulla.
"Ora voi godete cena, noi parla di lavoro dopo" conclude Boris quando i camerieri si avvicinano e depositano i piatti davanti ai commensali.

Mentre i camerieri stanno servendo il dolce, due uomini in spolverino entrano nel locale. Il più vecchio dei due, un bianco po' in carne, sussurra qualcosa al compagno, un giovane nero con l'aria da duro, che annuisce. Dopo essersi guardati un po' attorno, i due si avviano verso il tavolo. Le guardie al bancone si alzano, ma quando Boris fa loro un cenno tornano a sedersi.
"Voi sorridete, io parla con polizia" mormora Boris in russo, poi si alza e scosta la sedia. "Buonasera, detective Gunn! Cosa porta lei in mio locale? Gradisce fetta di dolce?"
Il detective accenna un sorriso e si passa la mano tra i radi capelli, poi aggrottando la fronte fissa duramente il boss. "Buonasera, signor Antonovich. Sa niente di una nave russa abbandonata al porto? Era circondata da cadaveri".
"Niet, io non sa nulla di ciò".
"Sicuro che non sia roba vostra?" incalza il detective, allargando ulteriormente il nodo già allentato della cravatta.
"Niet. Io non lascia nave abbandonata in giro per porto. E' pessimo modo di gestire affari".
Dimitri accenna un sorriso, che viene prontamente colto dal compagno del detective. "Cazzo ridi, finocchio?"
"Scusate il mio collega, è un po' impulsivo" esclama il detective Gunn, appoggiando una mano sulla spalla del collega. "Torneremo a trovarti, Boris. E stai tranquillo che, se hai a che fare con quella nave e con tutti quegli omicidi, finirai in galera per tanto, tanto tempo".
"Io pulito come culetto di bambino dopo bagnetto" ridacchia Boris, mentre i due poliziotti si avviano verso la porta.

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