giovedì 24 dicembre 2015

0042 - come torchiare l'impiegato del motel

Verso le undici Sergej raggiunge Watertown, esce dall'Interstate 90 e ferma la macchina di fronte all'entrata del Super 8, un economico motel a due piani. Tre macchine sono ferme nel parcheggio davanti alle camere e solo un paio di finestre sono illuminate. L'insegna gialla e rossa illumina la strada e le macchine che sfrecciano lungo l'interstatale.
"Noi va a parlare con gestore" esclama Pavlov, aprendo lo sportello e scendendo dalla macchina, subito seguito da Anatoli.
"Io rimane qui e controlla strada" replica il novellino dopo aver abbassato il finestrino.
I due russi si guardano e scuotono la testa.
"Se tu prova a scappare, io taglia te tutte tue dita" mormora il corriere prima di dirigersi verso l'entrata del motel insieme a Pavlov.
La reception è piccola e puzza di stantio. Dietro al lungo bancone non c'è nessuno, mentre dallo stanzino dei dipendenti si sente una televisione ad alto volume che sta trasmettendo una vecchia sit com. L'ex atleta comincia a suonare ripetutamente il campanello.
Al terzo ding un ragazzo si affaccia dalla stanza e raggiunge i due russi. Il magro ed allampanato impiegato si ravviva i lunghi capelli unti ed infine toglie dal bancone il campanello, impedendo a Pavlov di continuare a suonarlo. "Buonasera, desiderate una camera?"
"Niet, noi desidera informazio" esclama l'atleta.
"Noi affittiamo camere, non siamo un ufficio informazioni" ribatte sorridendo il giovane.
Pavlov si scosta la giacca rivelando la pistola infilata nella fondina, quindi prende una delle foto dalla tasca e la appoggia al bancone. L'impiegato sbianca vedendo l'arma, dà una breve occhiata alla foto quindi torna a guardare il volto sorridente del russo. "Che cosa vorreste sapere?"
"Noi vuole sapere di lui".
"Come si chiama, quando viene, che auto ha" aggiunge Anatoli, "e che puttana scopa lui".
"Lui... lui è un nostro cliente abituale, si chiama John".
"Io immagina che nome completo è John Smith" ribatte il corriere.
"Sì, esattamente".
"Io supponeva" commenta sbuffando Anatoli. "E puttana? Quale è suo nome?"
"Come... come ho detto, lui è un cliente abituale. Viene qui ogni mercoledì sera. Non conosco il nome della donna nella foto".
"Lui cambia donna o viene sempre con stessa?"
"La putt... ehm, la donna è sempre la stessa".
"Io mi sta stancando" sbuffa Pavlov, appoggiando la mano sulla pistola. "Tu sa qualcosa di lei?"
L'uomo spalanca gli occhi e alza le mani. "Non è necessario usare la violenza".
"Tu lascia decidere me" ribatte l'atleta con un ghigno. 
"Io la settimana scorsa ho sentito che lei diceva di dover tornare presso un call center. Non so altro di lei, ve lo giuro" mormora l'impiegato tremando, poi con un sorriso imbarazzato aggiunge: "Se vi interessa, di solito loro prendono la camera quattordici".
"Tu ricorda modello di auto?" chiede Anatoli.
Il ragazzo ci pensa un attimo, poi risponde: "Mi pare una BMW grigio scuro o nera".
"Tu sei uno di pervertiti che mettono telecamera nascosta in camera, da? Tu ha video di loro incontro?"
"No, assolutamente no!" esclama l'impiegato. "Questo è un posto rispettabile".
Pavlov si guarda intorno, poi sghignazza. "Da, certo".
"A che ora lui viene qui?" chiede Anatoli.
"Di solito arriva sulle nove e se ne va verso le undici".
Il corriere si gira verso Pavlov. "John dura parecchio, da? Chissà se scopa tutto tempo o se fa pausa di ora per sigaretta".
L'ex atleta accenna un sorriso, quindi recupera la foto dal bancone e se la reinfila in tasca. "Spassiba, tu è stato molto gentile".
"Ah, ultima cosa molto importante" aggiunge Anatoli fissando negli occhi il ragazzo. "Tu non ha mai visto noi qui, da?"
"Certamente!" esclama il giovane impiegato.

I due russi escono dalla reception e montano in macchina.
"Allora?" chiede Sergej, avviando il motore ed immettendosi nell'interstatale. "Voi ha ottenuto informazioni?"
"Da, impiegato ha riconosciuto Peck" risponde Pavlov. "Lui viene qui tutti mercoledì sera".
"Solo questo?"
"Niet" aggiunge Anatoli. "Lui ha anche definito te finocchio".
"Cosa?!" esclama il novellino. "Io ora torna indietro e apre lui secondo buco di culo!"
"Tu sa che questo conferma sua opinione, da?" sghignazza il corriere, appoggiandosi allo schienale.

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