lunedì 14 dicembre 2015

0034 - diverse attitudini

Margarita e Pavlov superano il taxi ed entrano nel magazzino, tenendosi a debita distanza da Mark. L'uomo percorre la via in cui si susseguono parecchie serrande, chiuse da grossi lucchetti, e svolta a sinistra. I due russi arrivano fino all'angolo e sbirciano oltre, osservando il detective mentre si china davanti ad un box e apre il lucchetto. La spacciatrice nota alcune scaffalature piene di scatoloni, poi vede l'uomo accendere la luce ed entrare nel box.
"Quindi quello è magazzino di Donovan" sussurra Margarita.
"Cosa facciamo? Andiamo, prendiamo foto e pestiamo lui sangue?" propone Pavlov, infilandosi il pugno di ferro.
"Alexei ha detto noi niente tortura".
"Io fare come tu desidera" ribatte l'ex atleta con un sorrisetto.
"Noi aspetta che lui esca" sussurra la spacciatrice, "poi noi scassina lucchetto e entra in suo magazzino".
Pavlov osserva Mark uscire dal box ed abbassare il basculante, quindi si ritrae quando l'uomo si avvia verso l'uscita con una mazzetta di soldi in mano. I due russi si chinano fingendo di voler aprire uno dei box mentre l'uomo passa loro a fianco senza degnarli di uno sguardo, tutto intento a contare il denaro.

Zoya afferra il cappellino da baseball del tassista e lo piazza in testa ad Anatoli. "Ecco, così tu essere perfetto" esclama con un sorriso.
Il corriere squadra la donna, si toglie il berretto sudaticcio e lo lancia via. Poi, dopo aver aperto la portiera, fa scendere il messicano. L'uomo scende con le mani in alto e si ferma tremante a pochi passi dal taxi. Anatoli si accomoda al posto di guida, Zoya chiude lo sportello e si appoggia al finestrino. "Noi che facciamo di lui?"
Il tassista, sentendo le parole della donna, si volta e scappa lungo la via.
"Lui ha ancora cellulare! Tu ferma messicano prima che lui chiama polizia!" esclama il corriere.
"Io ha tacchi, io non riesce a correre lui dietro" ribatte Zoya.
Anatoli sbuffa, estrae la pistola silenziata, sporge il braccio fuori dal finestrino, mira all'uomo e preme il grilletto. Quando il proiettile gli buca i pantaloni e gli penetra nella gamba, il tassista perde l'equilibrio e cade a terra con un urlo. "Tu adesso può andare a prenderlo".
La maîtresse raggiunge l'uomo e gli tappa la bocca, quindi gli pianta un ginocchio sul petto e comincia a perquisirlo. Dopo aver trovato il cellulare, estrae il portafoglio e controlla quanto denaro possiede. Dopo una rapida occhiata al compagno, infila i soldi nella scollatura ed il portafoglio nella borsetta, poi recupera una pastiglia di Roipnol da una scatolina e gliela caccia in gola.
L'uomo si dimena un po', poi si accascia sull'asfalto. "Così tu stare tranquillo" mormora Zoya, rialzandosi ed avviandosi verso il taxi.

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