venerdì 5 febbraio 2016

0062 - quattro piani di scale

Anatoli si ferma a qualche isolato di distanza dal palazzo della ReCoTech. Un paio di macchine dai vetri oscurati transitano accanto alla berlina dei russi, proseguendo lentamente lungo la strada a caccia di qualche locale notturno aperto alle tre di notte.
Dopo una breve occhiata alle macchine parcheggiate, i tre russi scendono dalla macchina e si avviano lentamente verso il grosso edificio di vetro ed acciaio. Una piccola scalinata conduce ad una porta a vetri, su cui spiccano gli orari di apertura al pubblico. Sul muro sono appese svariate insegne con i nomi delle varie società che hanno un ufficio nel palazzo. Una piccola lucina rossa lampeggia sopra ad un terminale per il controllo degli accessi posto accanto all'ingresso.
"Ora noi vede se Jack ha fatto buon lavoro" mormora il corriere, estraendo il badge ed avvicinandolo al lettore. La porta si apre con un clic.
Il gruppo apre la porta, osserva la lunga reception deserta e poi si avvia verso gli ascensori.
"ReCotech" legge Pavlov sul pannello appeso al muro. "Undicesimo piano. Noi sale fino a ottavo, poi noi prende scale".
Anatoli e Margarita rispondono con un cenno del capo, premendo il pulsante.

Pavlov sale l'ultima rampa, si avvicina alla porta che conduce al corridoio ed osserva dalla piccola finestrella il corridoio. Di fronte a lui si vedono le porte di due degli ascensori e l'insegna con il logo della ReCoTech. Appoggiandosi alla porta ed osservando di taglio, l'atleta riesce a vedere la vetrata alla fine del corridoio, su cui si intravede la sagoma della porta di ingresso. Un terminale è fissato su una staffa di metallo che scende dal soffitto.
"Tu vede qualcuno?" sussurra Margarita.
"Niet" ribatte Pavlov a bassa voce. "Da qui io vede poco".
Anatoli recupera il tablet, avvia il programma di videosorveglianza ed osserva le immagini. "Due persone nel piano. Ricercatrice dentro laboratorio e uomo in divisa dietro scrivania. Io penso lui guarda porno su suo computer".
"Visto che io aveva ragione?" sbotta la spacciatrice. "A tarda ora nessuno gira per uffici. Tre ore fa era pieno di persone!"
"Da, io deve dare te ragione" ammette a bassa voce il corriere.
"Voi uomini e vostra maledetta fretta!"
Anatoli alza gli occhi dal tablet, osserva un attimo Pavlov poi riporta lo sguardo su Margarita. "Tu sta per caso accusando noi di venire troppo presto?"
La spacciatrice fa una smorfia ed alza le spalle. Il corriere riporta l'attenzione sul dispositivo, cercando nel piccolo manuale fornito da Jack un modo per bloccare la registrazione delle telecamere.
"Io può solo disattivare video di telecamere" mormora Anatoli.
"Tu prova, così noi vede quanto tempo ci mette guardia ad arrivare" propone Pavlov.
Il corriere memorizza la procedura, poi preme alcuni tasti sul tablet. Quando la telecamera che controlla l'ingresso si spegne, l'angolo in alto a destra del display prima si riempie di statica, poi diventa nero. Un messaggio NO SIGNAL comincia a lampeggiare al centro del riquadro.
"Bene" mormora Pavlov, guardando l'orologio. "Ora noi conta. Dieci... Venti..."

Dopo meno di un minuto le telecamere inquadrano l'uomo in divisa correre lungo i corridoi e fermarsi dietro al banco della reception. Dopo aver digitato qualcosa sul computer di una delle impiegate, l'uomo si gira ed inizia a controllare la telecamera posta alle sue spalle.
"Sicurezza arriva in meno di due minuti" sussurra Anatoli, facendo ripartire la telecamera.
Nel video i tre russi osservano la guardia girarsi a guardare il monitor del computer, salutare un paio di volte l'obiettivo e poi tornare verso la propria postazione.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Continuano le punzecchiature! Mi piace come hanno caratterizzato i personaggi!

andrea ha detto...

E' il bello di giocare con persone affiatate =)