mercoledì 10 febbraio 2016

0065 - privilegi amministrativi

Pavlov continua a provare invano ad accedere utilizzando tutte le combinazioni che gli vengono in mente.
Anatoli osserva per un po' il compagno, poi inizia a cercare nel tablet le informazioni relative a Bennet che Jack ha scaricato. "Niente, non c'è sua password di accesso" mormora il corriere, aggrottando le sopracciglia.
"Sicuro?" chiede Margarita. "Prova a controllare dentro file di amministrazione".
"Io ha trovato sua login!" esclama il corriere, dopo aver aperto uno dei file nella directory indicata dalla spacciatrice. "Ora manca solo..."
Il rumore di una porta che sbatte fa voltare tutti di scatto.
"Tu da me quel cazzo di tablet" sibila Pavlov, strappandogli di mano il dispositivo.
Dopo avergli lanciato uno sguardo gelido, Anatoli si abbassa dietro al divisorio ed avvita il silenziatore sulla pistola.
Pavlov scorre il documento e digita alcune possibili password. Al terzo tentativo il computer si sblocca e carica il desktop. Mentre i passi si fanno sempre più vicini, l'atleta clicca sul programma di gestione delle presenze e si logga, quindi comincia a cercare l'identità fornita da Jack.
Anatoli istintivamente si abbassa quando sente il rumore di una maniglia che gira a vuoto. "Sbrigati, quello era rumore di porta di deposito!" sibila, lanciando un'occhiata ai due compagni.
Margarita legge il nome sul badge. "Theodore Parker. Lì" esclama a bassa voce, indicando un punto sul monitor.
Il mouse si posiziona sulla riga e Pavlov entra nell'anagrafica dell'impiegato. Dopo aver scorso tutti i dati personali, la pagina si ferma sulle impostazioni di sicurezza.
"Sbrigati, tra poco guardia è qua" sibila tra i denti Anatoli, osservando l'angolo del corridoio da sopra il pannello divisorio.
"Momento..." borbotta Pavlov, cambiando le impostazioni di accesso e cliccando sul tasto di salvataggio. La clessidra gira per alcuni lunghi, interminabili secondi, poi una finestrella avverte che le modifiche sono state salvate.
"Ora noi scopre se tuo tentativo ha funzionato" sussurra Margarita, muovendosi silenziosamente verso la porta in fondo al corridoio. Pavlov blocca di nuovo il computer e segue la donna, tallonato da Anatoli che continua a tenere d'occhio il corridoio da cui proviene il rumore di passi, sempre più vicini.
Quando la spacciatrice avvicina il badge al rilevatore, si sente uno scatto e la porta si apre. Tutti si infilano di corsa nella stanza, poi Anatoli accosta delicatamente la porta, ruotando la maniglia per evitare che si chiuda facendo rumore.
Un fascio di luce illumina la parete di vetro smerigliato. I tre russi si chinano d'istinto, osservando l'ombra proiettata dalle luci del pavimento sulla parete.
La sagoma si avvicina alla porta e controlla la maniglia, poi dopo un attimo si allontana lungo il corridoio.
"Per poco" sussurra Anatoli, abbassando la pistola e guardando il volto tirato dei due compagni.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Uff... c'è mancato poco! Che suspance, bravo Andrea!

andrea ha detto...

E' solo l'inizio! =D

Nicholas ha detto...

Mai un attimo di tregua!

andrea ha detto...

E' uno dei punti presenti nel contratto per diventare criminali! ;)