martedì 3 novembre 2015

0005 - dentro la Polikarpov Mect

Solo una minima parte del gigantesco vano interno della nave ospita della merce. Nonostante le suole di gomma, i passi leggeri dei russi creano un cupo rimbombo che fa vibrare le numerose strutture di metallo. Una ventina di casse, legate alle pareti da grosse corde, attirano l'attenzione di Margarita. Due sono state sfasciate e la paglia dell'imballo è stata smossa, rendendo parzialmente visibile una rozza statua di gesso al suo interno.
"Dobbiamo recuperare queste?" chiede ai compagni, ed il suono della sua voce riecheggia nel locale.
Pavlov si avvicina, osserva la statua per qualche secondo, poi la afferra e la scaglia sul pavimento. Il forte rumore rimbalza sulle pareti e fa voltare di scatto Anatol e Viktor, che puntano le armi contro il compagno temendo un'aggressione.
"Era proprio necessario tutto questo casino?" chiede Margarita, grattandosi un orecchio.
"Proprio come pensavo" mormora l'ex atleta, chinandosi e raccogliendo un panetto di polvere bianca avvolto in nastro adesivo. "Queste statue servono per trasportare cocaina".
"Bene, io comincio a raccogliere roba" ribatte la spacciatrice, cominciando ad aprire le altre casse.
"Secondo me qualcuno si è fottuto il pezzo forte" commenta Anatoli, indicando con la skorpion una serie di pallet inchiodati al pavimento al centro della stiva. Alcune cinghie giacciono sparse attorno alla piattaforma improvvisata. Sul legno si vede la sagoma di una cassa più grande, impressa dal peso della stessa.
Margarita si avvicina per osservare i segni, poi prende il cellulare usa e getta e compone il numero del capo. Dopo alcuni squilli parte la segreteria telefonica.
"Alexei non risponde a telefono" dice la spacciatrice guardando preoccupata il display. "Non importa. Ci ha detto di recuperare caricoTrovate modo per portarlo via".
Anatoli fa un cenno a Viktor. "Andiamo a recuperare macchina di Zykov".
"Io intanto controllo che di sopra non ci siano altre sorprese" esclama Pavlov, salendo le scale per raggiungere il ponte.
"Bravi" mormora Margarita, aprendo un panetto e preparandosi una riga.

Appoggiato al corrimano della scaletta c'è un altro corpo, freddato da una raffica. L'ex atleta si sporge dal boccaporto e controlla la situazione sul ponte. Altri due cadaveri giacciono riversi sul pavimento di acciaio in mezzo ad un lago di sangue. Muovendosi tra i vari sfiatatoi alla massima velocità che la gamba zoppa gli consente, Pavlov raggiunte il castello di poppa e varca la soglia. Nel corridoio ci sono un'altra mezza dozzina di corpi crivellati di proiettili.
Conteggio di membri di equipaggio non mi torna pensa il russo, entrando nella plancia e trovando il capitano morto sulla console principale. Ne mancano una mezza dozzina.
Poi qualcosa attira la sua attenzione. Uno dei gommoni manca all'appello.

4 commenti:

Nicholas ha detto...

Una vera strage!

andrea ha detto...

Se un'avventura vuole essere pulp, deve iniziare con una bella carneficina! =)

Mr. Mist ha detto...

Molto pulp la scena di Margarita che si prepara la coca da sniffare!

andrea ha detto...

Adoro questo gruppo, l'interpretazione è ai massimi livelli! =D