giovedì 12 novembre 2015

0012 - sparatoria ad alta velocità

Viktor e Margarita osservano le moto sfrecciare accanto al rimorchio e puntano le armi contro le berline scure che si stanno avvicinando a gran velocità. I volti dei terroristi sono una maschera di odio mentre si sporgono dai finestrini imbracciando i loro AK 47. Le prime raffiche dei russi tengono a bada le due macchine, che rallentano e cominciano a zigzagare per evitare i proiettili.
Anatoli osserva dallo specchietto laterale una delle due moto affiancare la cabina ed il passeggero mirare allo sportello. Il tratto di strada di fronte è libero ed il pilota gira con violenza il volante, facendo sbandare il camion che si inclina sulla sinistra. La moto si allontana per evitare la collisione, rasentando il guardrail e perdendo terreno.
"C'è altra moto da questo lato" esclama Pavlov, sporgendosi dal finestrino e inondando gli inseguitori di piombo. I proiettili raggiungono il passeggero armato alla gamba e segnano la carrozzeria della moto, che sbanda paurosamente e gratta sulle barriere di cemento. Il terrorista perde la presa sul compagno e vola all'indietro, atterrando sull'asfalto e rotolando verso il bordo della strada. La figura colpisce violentemente il guardrail e si accartoccia attorno ad uno dei pali di sostegno.

"Maledetto imbecille, ci farà cadere da camion!" grida Margarita, rialzandosi ed appoggiandosi alla cassa fissata alle sponde del rimorchio.
"Tu prima spara, poi lamenta! Io a destra, tu a sinistra" grida Viktor, distendendosi e mirando alla macchina più vicina. Un proiettile sfonda il parabrezza e colpisce la testa dell'autista, che esplode in un inferno di sangue ed inonda la cabina. La berlina sterza violentemente sulla destra e si ribalta. I corpi dei passeggeri volano fuori dai finestrini ed atterrano scompostamente sull'asfalto per poi venire travolti dalla vettura, che ruota un paio di volte su se stessa e finisce la sua corsa contro un palo.
"Bel colpo, Popov!" esclama Margarita, scaricando l'intero caricatore sull'altra macchina. I proiettili trapassano la griglia anteriore, bucano il radiatore e fanno saltare il cofano, che si apre di colpo in una nuvola di fumo biancastro. La macchina inchioda e si ferma appena prima di sfondare il guardrail.

Una raffica buca la portiera del guidatore ed Anatoli d'istinto si ritrae coprendosi il volto.
"Tra cento metri c'è incrocio, spingilo su barriera" urla Pavlov, indicando di fronte a lui.
"Spacchiamo culo a questo stronzo" ribatte il pilota, stringendo il volante fino a farsi sbiancare le nocche e ruotandolo di novanta gradi.
Il grosso mezzo sbanda sulla sinistra e la cabina sfiora il braccio del pilota, che si inclina per evitare di finire schiacciato sotto le grosse ruote.
Il terrorista riporta lo sguardo sulla strada appena in tempo per vedere il grosso spartitraffico venirgli incontro a folle velocità. Le sue braccia si alzano d'istinto nell'inutile tentativo di proteggere il volto. La moto si schianta sul blocco di cemento, accartocciandosi su se stessa e scagliando il compagno in aria. Anatoli lancia un'occhiata allo specchietto ed osserva con soddisfazione il corpo del terrorista finire il suo volo contro un cartello stradale e scivolare a terra in un informe ammasso di carne.
"Ora manca ultimo cazzone" dice Pavlov, indicando la moto che sfreccia davanti al camion e che scarta a destra ed a sinistra per evitare le raffiche sparate dai compagni nel rimorchio.

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